Le tre protagoniste sono tre donne: Vera, Nina e Ghili, rispettivamente madre, figlia e nipote. Ghili è anche la voce narrante della vicenda. Tre destini differenti, tre sofferenze diverse, tre ricerche di un’identità comune perduta, che si percepisce profonda e infinita nella sua intima essenza. Nina è una figlia con una storia che sembra una sceneggiatura da film, una vita complicata e avventurosa, disordinata ed eccessiva. Dall’Artico dove ora vive torna a casa per festeggiare i 90 anni della madre Vera. È anche l’occasione per capire una parte della sua vita che non le è stata mai chiarita del tutto. Alla fine, l’esistenza che ha realizzato lontano dalla sua terra d’origine, la Jugoslavia, è stata un ripiego: ha dovuto fuggire da un mondo che sentiva ostile. Per questo il ritorno è l’occasione per chiedere perché è stata abbandonata dalla madre deportata nell’isola di Goli Otok. Nina sapeva le cause per le quali il suo vecchio innamorato Milos, tanti anni prima, era stato sbattuto in prigione: era accusato di essere una spia stalinista dalla dittatura di Tito. Ma le ragioni che le avevano portato via la madre non erano mai state chiarite da nessuno. Eppure se Vera ha da anni nascosto la verità sulla vita di sua figlia, lo ha fatto per difenderla da qualcosa. Grossman, considerato a ragione uno dei maggiori scrittori viventi con il suo stile unico, limpido, senza orpelli riflette sul tema della verità, dei mille colori e delle mille sfaccettature delle verità di una vita da ricomporre, perché se si sceglie nella vita significa escludere. Un libro che tra passato e presente cerca la ricostruzione e un futuro migliore.
La vita gioca con me
di David Grossman
Mondadori
21 euro