Cuneo – Quale scuola sarà da settembre in poi? Se lo stanno chiedendo un po’ tutti: genitori, bambini e ragazzi. Tutti con un solo pensiero che da settembre la scuola ricominci con tutte le sicurezze e le accortezze che potranno essere messe in campo.
Dall’apertura di lunedì 4 maggio anche le scuole entrano in qualche maniera nella fase 2, ma solo per quanto riguarda i cantieri per la messa in sicurezza delle aule, che possono ripartire dopo lo stop per l’emergenza coronavirus. Lavori di edilizia scolastica, opere piccole e grandi che rientrano in vari filoni di finanziamento a cui il Governo ha annunciato di affiancare misure straordinarie anti-contagio in vista della riapertura generale di settembre. Ai lavori di messa in sicurezza e all’adeguamento alle norme antisismiche si aggiungono dunque i lavori per l’anti-Covid. Resta il fatto che c’è bisogno che i Comuni siano pronti, che abbiano fondi a disposizione, idee e possibilità di sburocratizzare e snellire le pratiche. E questo vale anche per la Provincia per le scuole superiori. Perché interventi nelle scuole si possono fare, in molte strutture con la diminuzione dei numeri dei bambini e ragazzi, nonostante gli accorpamenti dei plessi, ci sono spazi a disposizione. E di lavori nelle scuole elementari in questi anni se ne sono già fatti, specie per le classi “senza zaini”, con aule che si sono raddoppiate nella metratura e che probabilmente, in attesa delle indicazioni del Ministero, potrebbero anche essere già regolari sulle distanze.
“In realtà – dice un dirigente scolastico di Cuneo – le classi senza zaino vanno probabilmente bene per gli spazi, ma non sicuramente per la modalità di lavoro con lavoro a isole o aree senza barriere. Saranno da ripensare”.
Il sindaco di Cuneo e presidente della Provincia, Federico Borgna, in merito alla scuola ha le idee chiare: “Con la ripartenza della scuola ci giochiamo tutto, credibilità, vicinanza e fiducia di cittadini e famiglie”.
Abbiamo quattro mesi davanti per fare molto da qui a settembre e molto si può fare, anche sui cantieri dando priorità proprio agli interventi edilizi scolastici, eventualmente recuperando come spazi scuola, i tanti edifici pubblici che in città sono vuoti.