Cuneo – In questi giorni nelle aree adiacenti la Casa del Fiume, il Parco fluviale sta sperimentando tecniche di contenimento ed eradicazione dell’ailanto, pianta altamente invasiva e difficile da debellare. Si tratta di lavori necessari per evitare un proliferare incontrollato che metterebbe a rischio la flora autoctona. Inoltre la pianta cresce tra le fessure provocando danni non indifferenti a marciapiedi, muri in cemento, terrapieni e argini.
I tecnici specializzati stanno procedendo all’eradicazione manuale degli esemplari più giovani, mentre le piante di maggiori dimensioni vengono sottoposte a cercinatura (l’asportazione di un anello di corteccia sul fusto) prima di essere asportate, in modo da ridurre la possibilità di ulteriore proliferazione attraverso il ricaccio di polloni.
Gli ailanti asportati saranno sostituiti da specie arboree e arbustive autoctone, come aceri, frassini, querce, aceri campestri, frassini, pioppi bianchi e pioppi neri, ciliegi, farnie, tigli, sanguinelli, noccioli, biancospini, sambuco, palla di neve.
L’intervento costituisce un’attività specifica del progetto “CClimaTT – Cambiamenti Climatici nel Territorio Transfrontaliero”, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nell’ambito del programma Interreg Alcotra Italia –Francia. È stato programmato sulla base di uno studio condotto nei mesi scorsi sullo stato della vegetazione perifluviale nel territorio del Parco, che ha individuato il contenimento dell’alianto quale azione pilota di gestione utile ad incrementare la resilienza dei sistemi naturali ai cambiamenti climatici.