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Lunedì 23 dicembre 2024

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Padre Fantino, iniziati i tamponi

Ma dopo l’incontro con la cooperativa è ancora tanta l’amarezza tra i parenti

La Guida - Padre Fantino, iniziati i tamponi
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Borgo San Dalmazzo – Nel primo pomeriggio di oggi (giovedì 23 aprile) sono iniziate, alla casa di riposo “Padre Fantino”, le operazioni per sottoporre tutti gli ospiti della struttura al tampone per accertare la presenza di casi positivi al Covid-19. Un primo passo per affrontare l’emergenza sanitaria in atto da alcune settimane, con 13 decessi da inizio mese.
Della situazione drammatica del “Padre Fantino” si è occupato ieri sera (dopo il telegiornale regionale) anche il TG1 che ha dato spazio alla rabbia e all’amarezza dei parenti degli anziani, portando il caso all’attenzione nazionale. Ieri pomeriggio, davanti a Massimo Secondo, presidente della cooperativa Punto Service che gestisce la struttura (nonché patron della Pro Vercelli), una trentina di parenti hanno manifestato tutta la loro indignazione, raccontando storie di abbandono, scarsa comunicazione e gestione confusa. Una signora si è alzata con in mano la foto del marito, Giovanni Lamberti, mancato intorno a Pasqua: “Non ho saputo da nessuno come stava, nessuno mi ha avvisato che era morto. Almeno chiedete scusa!”. Un’altra parente: “C’è stata una totale mancanza di trasparenza. Altre strutture mandano un aggiornamento preciso sulle condizioni degli ospiti ogni giorno, qui invece in quattro settimane nessuno ha saputo niente”. E ancora: “Ho saputo della morte di mio nonno da un operatore del 118, come è possibile?”. Erano in trenta in sala, ognuno con una storia di sofferenza da raccontare: “Sono riuscita a portare mia mamma al Pronto Soccorso, dove le hanno fatto il tampone ed è risultata positiva. Ma nel frattempo è rimasta in camera con la vicina di letto, curata dagli stessi operatori di tutti gli altri ospiti. Come non pensare che il contagio si sia allargato?”. Altre testimonianze: “Chiamavo per ore, ma il telefono squillava a vuoto”. “Domenica un’ambulanza ha dovuto attaccare tre volte la sirena per farsi aprire il cancello, nessuno apriva. Gli anziani sono stati abbandonati”.
Il presidente Massimo Secondo ha ripetuto: “In una situazione di grave emergenza sanitaria, abbiamo sempre garantito i servizi che può dare una Rsa”. Parole che non sono servite a rasserenare gli animi.
Non è convinto neppure il sindaco Gian Paolo Beretta che ha scritto: “Grave e inammissibile che nelle giornate di sabato 18 e domenica 19 aprile, in piena crisi di mortalità, non sia stata assicurata presso la struttura la presenza di una figura professionale quale punto di riferimento in grado di assicurare il necessario coordinamento sia per l’organizzazione del personale, sia per la comunicazione con i familiari”.

 

 

 

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