Catalogare per ricordare e, si spera, contribuire a salvare un ricco patrimonio di “segni della fede” dispersi tra mille borgate della Valle Grana dalla bassa valle fino a Castellano.
Sono “segni” che rimandano a persone le quali hanno vissuto e, talora, ancora vivono questa fede. Un’esperienza che in modi diversi si trova a registrare anche l’autore quando, durante la ricerca sul campo, si convince che “dovevo parlare con i residenti”. Da loro non viene soltanto l’indicazione dei luoghi ove reperire queste testimonianze, ma anche il senso che esse racchiudono come espressione di una religiosità intensamente vissuta ed espressa visivamente e plasticamente in dipinti murali, piloni, cappelle, croci o cimiteri. Ecco dunque l’autore intraprendere il viaggio che da Valgrana conduce verso Castelmagno raccogliendo informazioni e fotogra e di tutti questi vari “segni”. È un repertorio che Gino Cerutti spera esauriente per quanto attiene sia alla consistenza numerica sia per le annotazioni sul singolo esemplare che riguardano, per quanto documentabile, dati cronologici di esecuzione e restauro, autore, committente, soggetto. Un lavoro prezioso in quanto, grazie alla disponibilità degli abitanti dei luoghi registra anche “pezzi” non più esistenti o tanto deteriorati da essere illeggibili.È una ricerca che, attraverso l’introduzione e le brevi schede esplicative, fornisce anche coordinate per la storia dell’evangelizzazione in valle dalla testimonianza di alcuni legionari martiri, da Costanzo a Magno, no al rifiorire medioevale che prende le mosse dall’insediamento monastico di Santa Maria della Valle, risalente ai primi anni dell’XI secolo.
Se all’origine c’è il proces-so di cristianizzazione del territorio, ben presto è la stessa popolazione che si impegna nel lasciare i segni della propria fede. Lo scampato pericolo di guerre o epidemie è l’occasione nel passato per manufatti più consistenti cui si aggiungono motivi devozionali che producono opere meno evidenti.
Sono gli affreschi su case private dei pittori “itineranti”, Giors Boneto da Paesana è il più prolifico, ma anche i piloni, le croci, che si disse – minano lungo sentieri, colletti e cime, gli ex voto fanno la loro parte nel ricordare una devozione popolare che si specchiava in questi “segni” in modo tale che la ricerca di Cerutti alla ne è anche un invito a “apprezzare e valorizzare” questa fede genuina, incarnata nelle fatiche di ogni giorno.
di Gino Cerutti
Primalpe
18 euro