Cuneo – “Non è necessario recepirla, perché fondamentalmente quello che vale a livello nazionale è in automatico autorizzato, a meno che venga fatta una specifica ordinanza che restringe la misura di contenimento. Su questo argomento noi non faremo un’ordinanza restrittiva, quindi (gli interessati; ndr) possono andare a coltivare l’orto”: con questa presa di posizione, richiesta dal nostro giornale allo staff del presidente della Regione Alberto Cirio, viene posta una parola definitiva sulla possibilità di curare gli orti, anche a distanze superiori rispetto a quelle fissate per gli spostamenti e anche da parte di operatori non professionali. Viene così espresso un chiarimento che si era reso necessario dopo il via libera agli orti comunicato tramite Facebook ieri (sabato 18 aprile) dal ministro all’agricoltura Teresa Bellanova. Un’apertura accolta con soddisfazione in zone dove la possibilità di curare orti domestici è più diffusa, anche dopo i timori emersi per il fatto che in Piemonte le misure sono più restrittive rispetto ad altre aree del Paese, per alcune attività. Ancora oggi, nel pomeriggio, il Centro operativo comunale del capoluogo ribadiva la mancanza di linee chiare sull’argomento da parte della Regione e sconsigliava tale pratica. Ecco dunque che vale anche per il Piemonte il chiarimento espresso dal governo (disponibile tra le “faq” sul sito per #iorestoacasa): “La coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo (…) sono quindi consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito”. La norma esclude però la cura di giardini e orti di seconde case: queste ultime rimangono “off limits” e devono essere affidate esclusivamente a ditte del settore, che quindi possono operare.