Cuneo – Ieri pomeriggio la salma di Silvano Gianti è arrivata da Genova per essere tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero della sua San Pietro del Gallo. È vicino alla sua mamma. Lo hanno accolto alcuni parenti e amici come prevedono le restrizioni ai tempi del coronavirus, e il parroco don Piergiorgio Racca che lo ha ricordato con un bel momento leggendo alcuni suoi scritti, prima delle benedizione della salma e la tumulazione.
Ricordiamo, come abbiamo fatto già su La Guida di giovedì, Silvano con un pezzo del suo ultimo articolo sul nostro settimanale, lui che per oltre quarant’anni è stato fedele e apprezzato nostro collaboratore.
Non è questo il tempo degli egoismi
“Indifferenza, egoismi, divisioni, dimenticanza, termini che vanno sempre dimenticati anche se purtroppo in questo tempo tornano prepotentemente a prevalere. Dobbiamo vigilare e non lasciare vincere in noi la paura e la morte, e lascare vincere il Risorto nel nostro cuore e nella nostra vita”. Papa Francesco ci dona quattro parole “forti” da sconfiggere perché sa che il periodo difficile che l’umanità attraversa potrebbe proprio farle riemergere. Il Messaggio Urbi et Orbi per questa Pasqua è un invito accorato, perché tutti gli uomini abbandonino la logica della cupidigia, degli interessi personali, ma aprano il proprio cuore all’umanità che come non mai soffre in ogni angolo del pianeta. Coronavirus e guerre prevalgono in questa Pasqua particolare. Papa Francesco richiama nel suo Messaggio quanto invocato dal Segretario Generale dell’Onu: “In questo momento così critico, ripeto il mio appello a tutte le parti impegnate in conflitti armati nel mondo a cessare le ostilità. Insieme, dobbiamo impegnarci a costruire società più pacifiche, prospere e resilienti”, aveva scritto, aggiungendo che il cessate il fuoco può “aiutare a creare le condizioni per l’arrivo di aiuti vitali”….
La risurrezione di Cristo non è una “formula magica” che fa svanire ogni problema. Al contrario, è «la vittoria dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non “scavalca” la sofferenza e la morte, ma le attraversa aprendo una strada nell’abisso, trasformando il male in bene: marchio esclusivo del potere di Dio», spiega il papa, che rivolge la sua preghiera affinché il Signore «dia forza e speranza ai medici e agli infermieri, che ovunque offrono una testimonianza di cura e amore al prossimo fino allo stremo delle forze e non di rado al sacrificio della propria salute» e a tutti coloro che lavorano per garantire i servizi essenziali, alle forze dell’ordine, ai militari. Le ferite del crocifisso risorto diventano le feritoie attraverso le quali l’umanità afflitta riceve nuova vita. È una speranza destinata a tutti: ai malati, a coloro che sono morti e ai loro familiari, agli anziani e alle persone sole, a chi si trova in condizioni di particolare vulnerabilità, a chi lavora nelle case di cura, o vive nelle caserme e nelle carceri. Non vincano, in questa Pasqua 2020, le tenebre del male e dell’egoismo, non vinca la paura e la morte, ma la fede in Cristo: «Che ha già sconfitto la morte aprendoci la strada dell’eterna salvezza, disperda le tenebre della nostra povera umanità e ci introduca nel suo giorno glorioso che non conosce tramonto».
Silvano Gianti