La gabbiana Kengah finisce nel petrolio in mare e muore su un balcone di Amburgo. Là c’è Zorba, un micio nero a cui la gabbiana affida il suo uovo chiedendogli di insegnare al piccolo a volare. Grazie all’aiuto di tutti e a una grande idea, il gatto riuscirà nella missione. Due animali così diversi e nella realtà tanto avversi sono riusciti ad aiutarsi e ad amarsi. È molto facile accettare e amare chi sembra uguale a noi. Ma è difficile far entrare nel cuore chi uguale non è. In una storia che ha la grazia di una fiaba e la forza di una parabola, il grande scrittore cileno tocca i temi a lui più cari: l’amore per la natura, la generosità disinteressata e la solidarietà, anche fra diversi.È una delle storie di amicizia e coraggio scritte da Luis Sepulveda, scrive per ragazzi ma universali. “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” è la più famosa panche grazie al bel cartone animato tutto italiano di Enzo D’Alò, ma c’è anche “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” e “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”.Un omaggio a un grande scrittore come Sepulveda, morto a 70 anni nell’ospedale universitario di Oviedo, in Spagna, dove era ricoverato da fine febbraio per le conseguenze del coronavirus. Lui e la moglie, la poetessa Carmen Yañez, che vivevano nelle Asturie, avevano iniziato ad accusare i sintomi di ritorno da un festival letterario a cui avevano partecipato in Portogallo.