Alba – “Tamponi e test sierologici prima di subito per continuare a rimanere puliti dal Covid-19 arginando i contagi”. Non si tratta più una richiesta urgente ma di un grido di aiuto rivolto alle Istituzioni regionali dal Consorzio Cooperative Sinergie Sociali. Un allarme lanciato dal suo direttore Gian Piero Porcheddu che nonostante le mail inviate, rivolte a Regione e Unità di Crisi del Piemonte l’emergenza da gestire è rimasta tutta nelle mani delle Rsa, Raf Comunità Psico Sociale, divenendo pesante e pericolosissima. Il Consorzio, attraverso le Cooperative associate, ha in gestione 7 realtà: la Struttura per anziani “Soggiorno Ida Peyrone” di Sant’Albano Stura, la Comunità Alloggio per minori di Murazzano, la Comunità Psico-Sociale per minori di Scagnello, la Struttura Rsa/Raf per disabili gravi di Niella Belbo, la Struttura Residenziale per Utenti Psichiatrici di Pedaggera in Cerretto Langhe, la Comunità Alloggi per disabili di Alba, l’Attività di inserimento lavorativo di Sph in Ceva e Alba. “Fino ad oggi è andata di lusso – dice Porcheddu – già ad inizio marzo ho disposto la chiusura in entrata ed uscita in tutte le nostre strutture e immediatamente mi sono premurato, non senza difficoltà, a reperire e consegnare io stesso i dispositivi Dpi necessari. L’unico soggetto a rischio, presente in una delle nostre residenze è stato prontamente isolato. Per il suo rientro ho richiesto il doppio tampone negativo di verifica. E’ lapalissiano che un contagio basti a mettere in difficoltà e grave pericolo tutti”. Il disappunto del dirigente trova fondo dalle richieste inviate agli enti preposti il 17 marzo a cui si è ricevuto risposta l’11 aprile, un mese dopo. “Tutto ciò stride con lo stato di emergenza, visto che in quanto tale – prosegue il direttore – dovrebbe essere sinonimo di celerità almeno nei riscontri. Le Unità di crisi, sono state concepite per reagire alle straordinarietà e non alla normalità del quotidiano. Noi abbiamo agito con diligenza e in anticipo assicurando, il costante flusso, fin da marzo di mascherine, guanti, visiere, calzari e camici monouso a quasi un centinaio di operatori per il mantenimento della sicurezza sanitaria interna. Per ora è una priorità vitale ed assoluta: l’attivazione dell’esame dei tamponi a tutto il personale e agli utenti delle strutture che sono operative sul territorio e che non risultano ancora contaminate da Covid-19 insieme agli esami sierologici. Mi rendo conto delle grandi problematiche ma senza altri indugi occorre avviare adesso tale procedura per mantenere la tranquillità e normalità dei servizi“. Traiamo insegnamento da questa disgrazia ripartendo nell’immediato lavorando sugli errori prima di dimenticare tutto fra sei mesi. Ne è convinto il direttore di Sinergie Sociali che conclude: “La politica esclusivamente ospedalocentristica con centri megalattici uno su tutto il territorio, alla luce dei fatti odierni non ha pagato. 35 anni fa siamo partiti con una decina di assistenze domiciliari oggi sono 4. Non si è voluto dare credito ad un territorio servito da piccole realtà efficaci con posti letto in house, casa famiglia, strutture socio-assistenziali e altro. Non è stato un risparmio bensì è costato 100 volte tanto. Mi auguro che si capisca e si riparta con il piede giusto”.