Torino – “In Piemonte abbiamo fatto ‘pochi’ tamponi perché il 22 febbraio, data del primo contagio nella nostra Regione, in Piemonte c’erano solo due laboratori in grado di fare queste analisi per un totale di circa 400 test al giorno. Rispetto al Veneto che ha optato per la strategia del campionamento massivo, il Piemonte ha effettuato circa la metà dei tamponi ma non avremmo potuto fare diversamente. Quelli che nell’immaginario collettivo sono semplici cotton fioc, in realtà richiedono analisi e indagini specifiche che possono fare pochi laboratori. In Veneto i laboratori inizialmente disponibili erano 14 e solo quello di Padova era in grado, da solo, di fare circa 1.500 tamponi al giorno. Per la nostra Regione passare da 2 agli 11 laboratori attuali è stato un grosso sforzo, oggi siamo in grado di fare 5.000 test al giorno ma prima anche volendo non avremmo potuto farne di più”.
Lo ha spiegato l’Unità di crisi della Regione Piemonte nell’arco della conferenza stampa che si è svolta questa mattina in Regione per fare il punto sulla situazione piemontese in relazione all’emergenza da Covid19. Alla conferenza, ancora in corso e visibile in diretta sulla pagina Facebook della Regione Piemonte, sono presenti il commissario straordinario per il coronavirus in Piemonte Vincenzo Coccolo, insieme a Flavio Boraso, coordinatore sanitario dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, responsabile dell’ufficio di coordinamento legale dell’area giuridica, Roberto Testi, presidente del Comitato tecnico scientifico e il prof. Francesco De Rosa infettivologo e membro del Comitato tecnico scientifico.