Busca – “Dei comunicati stampa, delle “cabina di regia”, di “stiamo valutando”, dei protocolli, dei programmi, non me ne faccio nulla, sono parole e le parole non servono; avrei bisogno di sentirmi dire che già stamattina, 1° aprile 2020, sono partiti, con tutti i mezzi disponibili della Regione Piemonte, alcuni test che andranno direttamente nelle strutture, con le poche in quanto scarsamente reperibili, mascherine Ffp2 senza valvola, tute batteriologiche, occhiali, visiere, una deroga a tutte le strutture nel reperire personale anche tra i dipendenti pensionati e per fare acquisti dei dispositivi, senza i vincoli burocratici finora in vigore, su libero mercato”.
Tommaso Alfieri, presidente della struttura Ospedale Civile di Busca, con un reparto di ospiti non autosufficienti, di parzialmente tali ed autosufficienti per un totale di 100 posti letto e, su un piano a parte, anche la sede dell’Hospice, fa sentire la sua voce in questo momento di emergenza.
Fa un appello: “Se siamo in guerra non ci servono e-mail, ma munizioni e le munizioni che ci servono sono: camici, guanti, mascherine, occhiali, dispositivi, buon senso, tutte cose che non si possono mandare per e-mail o WhatsApp – prosegue Alfieri -. Immaginatevi un soldato in guerra che va a chiedere munizioni al comando generale e questi, sotto il fuoco nemico, gli tira fuori dieci moduli sui quali compilare quanti colpi servono, di che calibro, per che arma e da consegnare a chi, e quante di quelle armi e di quel calibro ha in dotazione ognuno, con il nome del caporale, sergente, tenente, capitano, colonnello e generale responsabile. Nel frattempo il nemico vince”.
“Chi vuol capire capisca – conclude il presidente, che ringrazia tutti i concittadini che hanno donato soldi, mascherine e solidarietà – e chi si sente toccato dalla cosa ancora meglio. Sappiate che ad oggi, dopo un mese, dall’Asl, dalla Regione e dallo Stato, gli aiuti concreti stanno a zero. In compenso tantissime e-mail con richiesta perentoria di risposta, a cui da ieri non rispondo più”.