La cassa in deroga può essere richiesta da tutti i datori di lavoro per cui non trovino applicazione le tutele previste dalle attuali normative in materia di cassa integrazione ordinaria, fondo di integrazione salariale e il cui settore non sia dotato di specifici sistemi di ammortizzatori sociali quali i fondi di solidarietà bilaterali per tutte le tipologie di lavoro alle dipendenze, ad eccezione dei dirigenti. I lavoratori interessati devono risultare in forza al datore di lavoro richiedente alla data del 23 febbraio 2020.
Il decreto interministeriale del 24 marzo assegna al Piemonte 82 milioni di euro per la cassa in deroga. Tali fondi potrebbero essere integrati dai residui della precedente gestione degli ammortizzatori in deroga, che ammontano a 5.085.987 euro.
Al momento il provvedimento coinvolge 166.000 lavoratori e riguarda anche lavoratori intermittenti, somministrati, gli apprendisti e i lavoratori agricoli. Per i lavoratori non ancora coperti la Regione e le parti sociali, come già fatto nei giorni scorsi da Cgil, Cisl e Uil, chiederanno al governo di modificare la norma del D.L. del 17 marzo 2020, al fine di coprire tutti i lavoratori domestici (colf, badanti, ecc..) e tutti i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio 2020 e attualmente senza lavoro, che ad oggi sono ancora esclusi dai provvedimenti.
Le parti si sono impegnate a farsi parte attiva affinché i datori di lavoro assumano tutte le iniziative possibili per evitare pesanti ricadute negative sul piano occupazionale, promuovendo un utilizzo esteso degli strumenti di sostegno e tutela rappresentati dagli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro di tipo ordinario, integrati, per chi non può accedervi, e in particolare per le piccole aziende, fortemente esposte sul mercato, dalla cassa integrazione in deroga.
“Ora la Regione – spiegano Claudio Stacchini (Cgil), Gianni Baratta (Cisl) e Teresa Cianciotta (Uil) deve lavorare per garantire l’erogazione dell’anticipo a tutti gli ammortizzatori con causale Covid-19, allargando, oltre che a istituti di credito già coinvolti, questa possibilità a tutto il sistema del credito piemontese. Devono essere definite rapidamente le modalità operative telematiche per rendere la concessione degli anticipi più rapida possibile, per garantire il reddito a migliaia di lavoratrici e lavoratori, a cui troppe aziende stanno già negando la copertura della cassa integrazione”.