Cuneo – Il grido d’allarme della filiera lattiero-casearia è stato sentito e qualcosa si sta muovendo, per dare risposte a un comparto essenziale nel primario piemontese, che ogni anno produce oltre sei milioni di quintali di latte (la metà in provincia di Cuneo) ma che in queste settimane fa i conti con un drastico calo dei consumi, anche per il blocco di ristoranti, mense e bar. I produttori di latte hanno segnalato con forza il problema, ricordando che la filiera è a rischio: la Regione sta rispondendo con un potenziamento della trasformazione in latte in polvere.
Le verifiche dell’assessorato regionale all’agricoltura con i rappresentanti della filiera hanno confermato la necessità di operare rapidamente su due fronti: l’utilizzo del latte prodotto alla stalla e non ritirato dalle aziende di trasformazione a causa dei cali delle vendite sul mercato interno ed estero, specie per il comparto dei prodotti lattiero-caseari freschi e freschissimi destinati al canale della ristorazione collettiva; la raccolta del siero dai caseifici da destinare agli impianti digestori per la produzione di biogas.
Per il primo aspetto, ha risposto positivamente la Inalpi SpA di Moretta, che sta provvedendo al ritiro del latte di tutti i quantitativi proposti, in gran parte destinati alla produzione di latte in polvere (eventuali eccedenze andranno fuori regione). Per il siero, è in preparazione una delibera di giunta che consenta temporaneamente l’invio di siero di latte, tal quale o concentrato, come sottoprodotto per gli impianti di digestione anaerobica.