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Domenica 24 novembre 2024

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“In provincia di Cuneo chiuso il 77% dei cantieri”

L'Ance Cuneo chiede un provvedimento nazionale che “al pari di quanto hanno fatto gli altri paesi europei, dichiari che l’emergenza sanitaria connessa al virus COVID-19 è causa di forza maggiore”

La Guida - “In provincia di Cuneo chiuso il 77% dei cantieri”

Cuneo – L’Ance Cuneo chiede un provvedimento nazionale per far fronte alla situazione dei cantieri edili. In particolare, Ance si era espressa in maniera critica sul protocollo sottoscritto da Confindustria e parti sociali perché lo riteneva non adeguato alle caratteristiche delle aziende edili. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, accogliendo l’istanza di Ance e in condivisione con Anas S.p.A., RFI, Feneal Uil, Filca – CISL e Fillea CGIL, ha elaborato un protocollo ad hoc per il settore.

“Il provvedimento – dichiara Gabriele Gazzano (nella foto), presidente di Ance Cuneo – benché sia un concreto passo avanti in merito alle attività nei cantieri edili in presenza dell’emergenza sanitaria in corso, non è ancora sufficiente. Secondo un’indagine condotta da Ance Cuneo, al momento, in provincia, il 77,1% dei cantieri è chiuso o è in via di chiusura, il 12,1% è operativo in modo limitato e rileva forti difficoltà e un altro 10,2% è ancora attivo per lavori urgenti; tali dati risultano sostanzialmente allineati a quelli rilevati da un’analoga indagine condotta su tutto il territorio piemontese. Le principali cause di chiusura rilevate riguardano principalmente l’impossibilità da parte del datore di lavoro di poter adeguare l’attività alle disposizioni contenute nel protocollo sottoscritto dalle parti sociali (impossibilità di reperire i dispositivi di protezione individuale, di gestire sui singoli cantieri le attività di pulizia e sanificazione oltre a far rispettare le corrette distanze nelle attività lavorative, sui mezzi aziendali e locali comuni), le sospensioni disposte dalla committenza o dal responsabile dei lavori, la difficoltà nell’approvvigionamento delle forniture, impossibilità di reperire personale e di garantire loro vitto e alloggio”.
“Per evitare che questa situazione di estrema confusione degeneri ulteriormente –
conclude Gazzano –, occorrerebbe un provvedimento a livello nazionale, chiaro ed
inequivocabile, che, al pari di quanto hanno fatto gli altri paesi europei, dichiari che l’emergenza sanitaria connessa al virus COVID-19 è causa di forza maggiore. Solo così, si potrà consentire alle stazioni appaltanti e ai committenti di poter procedere con maggiore serenità, caso per caso, alla temporanea sospensione delle attività di cantiere. Ciò, naturalmente, fatti salvi gli interventi urgenti e non rinviabili e solo laddove il rispetto delle misure imposte per il contenimento della diffusione del virus renda impossibile la prosecuzione dei lavori”.

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