Saluzzo – Il 21 marzo inizia la primavera, ma è anche il giorno, per l’associazione “Libera” (fondata da don Luigi Ciotti di Torino), nel quale viene celebrata la “Giornata della memoria e dell’impegno nel ricordo delle vittime della mafia”. Tra le 1.1000 persone che sono state uccise, verrà ricordato quest’anno anche il dottor Amedeo Damiano di Saluzzo, morto 33 anni fa nell’ospedale di Imola, dove era stato ricoverato, a seguito dell’aggressione avvenuta nell’androne di casa sua.
Quest’anno la giornata nazionale organizzata da “Libera” per il 21 marzo avrebbe dovuto tenersi in Sicilia, a Palermo, ma è stata per l’emergenza dovuta al coronavirus rinviata al 24 ottobre.
I mandanti dell’omicidio del dottor Damiano, integerrimo presidente dell’Usl 63 di Saluzzo, non sono mai stati individuati e puniti. Pancrazio Chiruzzi è stato condannato per il concorso in omicidio, per il suo ruolo di intermediario fra il mandante del delitto e gli esecutori materiali. “Un agguato mafioso che resta uno dei casi non ancora risolti della storia della nostra Repubblica”: con queste parole, l’ex presidente del Senato Franco Marini alcuni anni fa aveva dipinto l’aggressione avvenuta la sera del 24 marzo del 1987, ai danni di Amedeo Damiano. Damiano aveva 47 anni e stava rientrando a casa, in corso Italia, nel centro di Saluzzo: due sicari lo attendevano nell’androne e gli spararono numerosi colpi, ferendolo in modo grave.