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Venerdì 22 novembre 2024

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Boves, muore a 102 anni la clarissa suor Maria Francesca

Entrò nelle clarisse a 48 anni, prima aveva fatto parte delle suore di San Giuseppe di Cuneo

La Guida - Boves, muore a 102 anni la clarissa suor Maria Francesca

Boves – È mancata alla prime ore del giorno di oggi, mercoledì 11 marzo, nel monastero delle clarisse di Boves la ultracentenaria sr. Maria Francesca. Aveva 102 anni.

La ricorda suor Anna Serena con queste parole:

Sr. Maria Francesca Lilia (Aurelia Gerbino), nata il 9 febbraio 1918 a Monasterolo Casotto (S. Michele Mondovì), l’11 marzo è tornata alla Casa del Padre. Compiuti a febbraio i 102 anni, era la decana non solo della nostra comunità ma di tutte le Clarisse del Nord Italia. Anche nella storia dei 150 anni del nostro monastero nessuna era mai stata così longeva! Era entrata giovanissima nella Congregazione delle Suore di S. Giuseppe di Cuneo il 17 maggio 1937 ed aveva emessi i primi voti il 29 aprile 1939, assumendo il nome di sr. Lilia. Il suo desiderio di vivere una vita dedicata alla preghiera la spinse a chiedere, all’età di 48 anni, di passare al nostro monastero, dove con la vestizione ricevette il nome di sr. Maria Francesca. Emise la professione solenne il 12 settembre 1968. Rispose così alla nuova chiamata raggiungendo ben 81 anni di consacrazione. Dal 2014 “sorella infirmitate” le è stata compagna di vita, impedendole via via di camminare e di parlare. Ma erano il sorriso, il volto sereno e mite, la sua vita di consegna totale a raccontare la bellezza e l’amore del Signore. Nel 2018 – nel centenario di vita – abbiamo cantato il nostro grazie con una S. Messa (c’erano 4 sacerdoti tra cui il nostro cappellano don Bartolomeo Stellino, due giorni prima della sua stessa morte) che ha visto una grande partecipazione di sorelle di altri monasteri, di amici, parenti e conoscenti della comunità. Benediciamo per il dono di questa sorella che ci ha detto come nella fede tutto è fecondo –  giovinezza e anzianità, salute e malattia. Anche lei ha offerto e condiviso la sofferenza che l’umanità sta vivendo in questo tempo. Il non poter celebrare le esequie, la fa sentire ancora più “sorella” di ogni uomo e di ogni donna, “sorella povera” fino in fondo.

 

 

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