Magliano Alpi – Era stato investito da un carrello elevatore all’interno della Ferrero Legno di Magliano Alpi e aveva riportato delle ferite alla gamba sinistra. L’operaio M.L. fu completamente risarcito dall’azienda per la quale lavorava, ma l’amministratore delegato G.F. e il carrellista V.C. sono stati chiamati a rispondere in Tribunale del reato di cooperazione nel delitto di lesioni colpose.
I fatti risalgono al 16 maggio del 2018, quando M.L., aiuto carrelista e magazziniere nell’azienda, si stava spostando dall’area di carico dei laminati destinati alla macchina squadratrice per recarsi alla falegnameria. Non si accorse del carrello elevatore che arrivava in retromarcia e venne colpito alla gamba sinistra.
Oltre all’operaio, che ha riferito di essere guarito e di essere stato interamente risarcito, hanno deposto in aula il tecnico dello Spresal che eseguì i rilievi all’interno della zona dove avvenne l’incidente e l’ingegnere consulente della difesa. C.A. dello Spresal ha riferito che in quella zona c’erano indicazioni orizzontali che segnavano l’area di manovra dei carrelli, ma non c’erano strisce pedonali che dividevano l’area di manovra dall’area di carico. Le strisce gialle erano presenti, ma mancavano crittogrammi e non non erano molto visibili. “Prescrivemmo delle opere migliorative della zona di circolazione di quell’area – ha riferito il tecnico Spresal – che sono poi state attuate dalla ditta: sono stati indicati i luoghi dove i lavoratori potevano sostare e camminare, con segnalazioni verticali e orizzontali e crittogrammi. È stato predisposto un passaggio pedonale al fine di abbassare il rischio residuo”. Da parte sua l’ingegnere B.M., consulente della difesa, ha esaminato la dotazione di sicurezza del carrello elevatore, giudicandolo all’avanguardia, “oltre al dispositivo luminoso che ruota a 360 gradi, aveva un dispositivo sonoro direzionato proprio sul retro del carrello e un altro dispositivo luminoso che sul retro gettava un fascio di luce blu per terra. L’operaio ferito era un aiuto carrellista, sapeva quali manovre si facevano in quella zona e il carrellista stava appunto manovrando in retromarcia uscendo dal magazzino verso la macchina squadratrice. L’azienda aveva fatto tutto quello che era nelle sue mansioni”. L’udienza è stata rinviata per la discussione al 7 maggio.