Cuneo – Il primo caso di positività al “coronavirus covid 19” è arrivato anche in Piemonte a Torino. Riguarda un uomo di 40 anni che ha avuto contatti con un famigliare di un contagiato della Lombardia. È stato ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, le sue condizioni di salute non destano al momento preoccupazione. Sono state prese le misure precauzionali nei confronti dei famigliari e delle persone che in questi giorni sono state in contatto con lui, compresi gli operatori sanitari che gli hanno prestato assistenza.
La conferma arriva dalla conferenza stampa appena indetta dal presidente della Regione Piemonte e dal prefetto di Torino.
Sul territorio piemontese in questo momento sono in tutto una quindicina le persone in attesa del responso dei test sul contagio. Tra questi due casi a Savigliano di una mamma e di un bambino in arrivo da un viaggio.
Ma è ormai quasi “psicosi collettiva” perché i pronto soccorso degli ospedali sono presi d’assalto. Decine le persone che si sono rivolte nella giornata di oggi sabato 22 febbraio al Dea del Santa Croce di Cuneo dove sono confluiti anche pazienti provenienti da altri ospedali della provincia, da Alba, Savigliano, Saluzzo.
In ogni caso al momento, ha ricordato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio “Non c’è nessun allarmismo, la situazione è sotto controllo e gestita con grande professionalità: a fronte di un caso accertato, tutti gli altri analizzati in questi giorni sono risultati negativi”.
L’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha sottolineato l’importanza di promuovere comportamenti virtuosi, cioè non precipitarsi necessariamente in ospedale ma chiamare il numero di emergenza sul coronavirus il numero 1500 dove personale competente fornisce istruzioni attente. “Raccomandando .- ha detto Icardi – a chi manifesti sintomi di febbre e tosse e avesse avuto contatti con persone rientrate recentemente dalla Cina o con casi di sospetto contagio, di chiamare il 1500 o il 112 e attendere in casa le istruzioni. I servizi sanitari si faranno carico di valutare la situazione, caso per caso, anche a domicilio, garantendo le misure più appropriate”.