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Sabato 2 novembre 2024

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A processo per procurato allarme

Chiama i carabinieri denunciando un aggressione ma all'arrivo delle forze dell'ordine non presenta alcun segno di percosse

La Guida - A processo per procurato allarme

Saluzzo – Aveva chiamato i carabinieri sostenendo di essere stato picchiato da 200 africani che dormivano nello stabile di via Lattanzi a Saluzzo, ma al loro arrivo i militari trovarono una situazione un po’ diversa da come era stata descritta dalla presunta vittima, che venne poi denunciata per procurato allarme, e resistenza a pubblico ufficiale.

I fatti risalgono al 24 luglio 2018 quando i carabinieri ricevettero la telefonata di G.D.C. Mentre arrivavano sul posto, incontrarono una ragazzo di colore, amico del denunciante, che confermò ai militari di essere stato aggredito dai ragazzi africani. I militari hanno riferito in aula che però il ragazzo non presentava alcun segno di percosse a sembrava tranquillo.

Arrivati sul posto i carabinieri fecero allontanare i residenti nello stabile ex Cogibit tranne uno che parlava italiano e il ragazzo che aveva chiesto l’intervento dei militari. Chiesero i documenti a tutti e due ma G.D.C. si arrabbiò sostenendo che lui era la vittima del pestaggio e non voleva mostrare i documenti, “era arrabbiato – ha riferito uno dei militari – ma non aveva segni di percosse e non ci disse come era stato picchiato”.

Dalle indagini è emerso che i due ragazzi, insieme ad un terzo che però era già andato via all’arrivo dei carabinieri, erano andati in via Lattanzi per scattare delle foto che dovevano dimostrare il degrado della zona. A scattare la foto sarebbe stato il ragazzo che i militari avevano incontrato per strada prima di arrivare allo stabile, in aula ha riferito che quelle foto gliele aveva chieste un amico di Forza Italia, gli africani lo avrebbero visto e lo avrebbero rincorso.

In effetti non era la prima volta che G.D.C. si recava in quello stabile per scattare foto: in precedenza erano stati gli stessi immigrati a chiamare i carabinieri perchè G.D.C. scattava foto e urlava insulti razzisti. Il processo è stato aggiornato al 12 maggio.

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