Cuneo – Si è concluso oggi (martedì 11 febbraio) con una condanna a quattro mesi di reclusione il processo per danneggiamento a seguito di incendio, in cui era imputato D. B., cuneese. I fatti risalgono al 5 aprile 2018, quando verso le 23 gli inquilini di un condominio di via Castelmagno a Confreria si accorsero che un appartamento stava andando a fuoco. Subito avvisarono i Vigili del fuoco che intervennero a spegnere le fiamme. All’interno dell’appartamento le fiamme erano partite dai materassi nella camera matrimoniale e nella camera dei bambini, lontani da inneschi naturali, e la porta di casa risultava chiusa a chiave. Nell’appartamento in quel momento non c’era nessuno, la coppia che lo abitava si era da poco separata; la donna con i figli era tornata a casa dai genitori, l’uomo si era trasferito a Borgo San Dalmazzo. I pochi mobili che erano rimasti nell’alloggio appartenevano alla donna, mentre l’uomo di tanto in tanto tornava per prendere le proprie cose. Anche quella sera era tornato all’appartamento e, da quanto è emerso dai tracciati telefonici, il suo cellulare aveva agganciato una cella vicina al luogo dell’incendio. Un incendio sicuramente doloso che fortunatamente non ha provocato danni più seri, grazie anche al tempestivo intervento dei Vigili del fuoco, ma che secondo l’accusa è sicuramente attribuibile all’imputato, per il quale è stata chiesta una condanna a due anni di reclusione. Secondo la difesa, che ha chiesto l’assoluzione, i tracciati telefonici dimostrano che quella sera il telefono di D. B. aveva agganciato una cella in via Vecchia di Borgo e che non sono state seguite altre piste di indagini. Il giudice ha condannato l’uomo a quattro mesi di reclusione.