Limone Piemonte – Stava scendendo dal monte Chiamosseo in località Limonetto insieme a un gruppo di altri otto alpinisti ma finì sotto una valanga e perse la vita. I fatti risalgono al 23 dicembre 2016, la vittima era un 38enne francese residente a Nizza. Per omicidio colposo sono imputate le due guide alpine P.C. e V.R. che quel giorno accompagnarono il gruppo e che scelsero quel pendio per la loro discesa dopo che il gruppo era stato portato in cima da un elicottero. Gli sciatori scendevano a trenta secondi di stanza l’uno dall’altro; il primo a scendere era stato V.R.,che dopo aver valutato le condizioni della neve aveva dato indicazioni al gruppo di tenersi sul lato destro. Mentre stava scendendo l’alpinista francese si staccò la valanga, un fronte di 500 metri considerato di dimensioni eccezionali per il luogo. Oggi(lunedì 10 febbraio)in aula hanno testimoniato i responsabili degli uffici valanghe della Valle d’Aosta e dei comprensori di Limone Piemonte e Artesina, oltre all’elicotterista che quel giorno portò gli sciatori in cima al Chiamosseo. Sono stati esaminati i bollettini di rischio valanghe di quei giorni ed è stato chiesto al responsabile della Valle d’Aosta come si calcola il pericolo valanghe: “Si considerano vari elementi, tra cui le condizioni meteorologiche, i vari fenomeni spontanei, dovuti ad animali o a massi sporgenti. Gli alpinisti leggono il bollettino che viene emesso a metà giornata che fornisce una descrizione generale della situazione e che poi deve essere verificata recandosi sul posto”.
Per il 23 dicembre 2016 il rischio valanghe era al grado 3 ma con una previsione per il 24 di grado 2. Per gli esperti questo significava che alcuni fenomeni spontanei avevano reso il manto nevoso più stabile. Nei giorni precedenti al 23 erano anche stati fatti sopralluoghi di bonifica, provocando delle valanghe con delle esplosioni, al fine di scaricare il manto superficiale più instabile. Sia i responsabili valanghe dei comprensori di Limone e Artesina sia l’elicotterista hanno dichiarato che quel giorno le piste erano sicure, poiché nonostante le bonifiche effettuate c’erano state poche valanghe e questo significava che il manto nevoso era stabile. Nella prossima udienza del 23 aprile verranno ascoltati i consulenti (immagine di repertorio).