Cuneo – “C’è dell’altro oltre al cellulare e dobbiamo farlo vedere”. È la provocazione lanciata dal filosofo Silvano Petrosino che ha dato il via al convegno dei giovani “Dare casa al futuro” nella serata di venerdì 7 febbraio voluto dalle diocesi di Cuneo e di Fossano. La sala Einaudi dalla Provincia di Cuneo gremita di giovani, educatori, insegnanti e religiosi che hanno potuto fare un bagno di realtà con l’intervento del professore della Cattolica di Milano.
“Ai giovani dovremmo dire che c’è dell’altro – dice Petrosino. È la critica alla pubblicità ‘tutto intorno a me’. C’è dell’altro oltre il tuo cellulare. C’è l’altro giovane, c’è un libro, c’è anche la sofferenza, solo così si può aprire all’Altro. Mentre tutti dicono di concentrarsi su di sé e sulla propria professione, noi dobbiamo dire che c’è dell’altro”. Per vederlo bisogna andargli incontro senza rinunciare a qualcosa. Petrosino ha delineato un inno per ricordare ai giovani le proprie capacità, i propri talenti e di non cadere nel peccato di tradirli. Alla comunità degli adulti il compito è di dire quello che hanno visto e che hanno ascoltato, come Pietro e Giovanni negli Atti che non possono stare zitti di fronte a ciò che hanno vissuto. “Se non si riesce ad appassionare a Gesù – continua il filosofo – è meglio fare altro. Cosa c’è in questo Gesù di interessante? Non che cammina sulle acque. Amici non credenti mi parlano della religione come una struttura opprimente di rinuncia alla libertà. Hanno ragione loro se fosse così. Invece per me è l’opposto. Io a Gesù lego l’esperienza della libertà. Lui è libero in modo impressionante. Si fa toccare da tutti. Libero nei confronti della legge, non è appiattito sulla legge. Per questo Gesù è credibile. Solo qui si sentono risposte di vita eterna”. “I giovani non ne possono più di morale, il problema non è la morale del non fare, ma cosa devo fare? Non tradire i doni che ti sono stati dati da Dio – conclude Petrosino”.