Cuneo – Il cui focus del convegno “Dare casa al futuro” che prende il via alle 20.45 di venerdì 7 febbraio e si porta avanti fino a sabato pomeriggio è quello di ascoltare e parlare dei giovani con i giovani. Le pastorali giovanili di Cuneo e Fossano lo organizzano nella sala convegni della Provincia per pensare insieme una casa, un contesto, ancora abitabile dai giovani e che li accompagni nel cammino fino all’età adulta. Questo cammino sta a cuore alla Chiesa che rimandando sempre alla vicenda di Gesù di Nazaret sa di portare delle risorse capaci di accompagnare i giovani nel cammino. La vera sfida è riuscire a comunicare di nuovo la novità del Vangelo. Aiuteranno in questo compito i due relatori invitati: venerdì alle 20.45 Silvano Petrosino, filosofo, e sabato alle 15 don Michele Falabretti, responsabile nazionale del Servizio di pastorale giovanile, che daranno degli spunti per la discussione in piccoli gruppi che avverrà dopo l’ultimo intervento. “L’obiettivo – dice don Carlo Occelli – è che la comunità intera si prenda a cuore questa questione e che i giovani possano percepire realmente il desiderio della comunità adulta di ascoltarli”.
“Come dare casa la futuro? Buttandosi nelle missioni che ci verrebbe da abbandonare”
L’incontro alla Provincia è stato preceduto dalla veglia vocazionale nella cappella del Seminario gremita di giovani nella sera di giovedì 6 febbraio. Durante la preghiera due giovani, Silvia e Martino, hanno testimoniato la loro esperienza di missionari a Rio de Janeiro, la prima con le suore Giuseppine e il secondo con la Città dei Ragazzi.
“Nel mio quotidiano – racconta Silvia – vivo il mio essere cristiana con il carisma delle suore di San Giuseppe. La scorsa estate sono stata nella periferia di Rio in una missione delle suore. Un centro che crede nell’educazione per dare un esistenza dignitosa agli abitanti. Ho visitato i centri e mi sono concentrata nelle scuole materne e nel dopo scuola.
Qui vedi come tutti siamo chiamati e mandati, in virtù del battesimo. La mia è stata una scelta importante che mi ha permesso di affrontare delle paure. Penso che la cosa che angosci di più i giovani è decidere. La vita non sempre è nelle nostre mani, possiamo però fare delle scelte importanti per vivere insieme a Dio. Così si impara a rimanere con il Signore”.
“Sono stato in Brasile con città dei ragazzi – dice Martino. Un’esperienza che ho desiderato da tempo e un giorno è arrivata. Non abbiamo salvato nessuno, non abbiamo risolto la fame del mondo. La domanda: “Maestro dove abiti?” me la sono fatta sovente nella favelas dove ero. Dove i bambini vivono in una discarica. Mi sono chiesto: dov’è Dio? Per di più, ai fratelli che sono lì, ha chiesto: non vi sentite inutili? Li ho scoperto che la missione è fallimentare vista dagli occhi comuni. Ma essere lì e non lasciare perdere, non lasciare il piccolo è una grande missione. Missione è vivere la vita nel lavoro e in parrocchia. Forse è fallimentare però siamo gocce in un oceano. Ognuno di noi ha un ruolo e si può mettere in gioco. L’ho visto nei volontari. Come dare casa la futuro? Buttandosi nelle missioni che ci verrebbe da abbandonare. Ma se c’è una luce che la illumina bisogna seguirla e andare avanti, con tutte le difficoltà del caso. Non importa tanto quanto fai, ma quanto è feconda la tua vita”.