Cavallermaggiore – Con l’accusa di aver violato la normativa sull’impiego di lavoratori stranieri, si è svolto a Cuneo il processo a S. M., titolare di una ditta di assemblaggio di componenti per le bocchette di aerazione sui cruscotti dei furgoni, nei pressi di Cavallermaggiore. Il 2 aprile 2019 la Guardia di Finanza effettuò un sopralluogo nella ditta e trovò tre persone presso le postazioni di assemblaggio; una era albanese e il suo permesso di lavoro stagionale era scaduto nel 2015. Dall’istruttoria è emerso che la donna aveva sempre avuto piccole commesse di lavoro che svolgeva da sola, ma proprio in quei giorni ne aveva ricevuta una più grossa del normale e aveva bisogno di un aiuto temporaneo. Quel giorno aspettava appunto tre persone per mostrare loro di che lavoro si trattava e per assumerne una. Insieme ai due lavoratori italiani aveva risposto alla chiamata anche una signora albanese, la moglie dell’uomo che è poi stato identificato presso la ditta, ma un’emergenza familiare le aveva impedito di presentarsi al colloquio e per questo aveva chiesto al marito di avvisare la proprietaria della ditta. In aula hanno testimoniato i militari della Guardia di Finanza che hanno eseguito il controllo ma che non hanno di fatto visto nessuno dei tre intento al lavoro. Per questo motivo è stata la stessa accusa a chiedere l’assoluzione per la donna perché il fatto non costituisce reato; richiesta accolta dal giudice che ha assolto la proprietaria della ditta (immagine di repertorio).