Racconigi – Un violento litigio tra padre e figlio e un Carabiniere che nel tentativo di separarli si prende un pugno in faccia. È successo a Racconigi il 4 novembre del 2018 e a processo con l’accusa di resisitenza, oltraggio e lesioni a pubblicio ufficiale è finito il giovane A.S.S. di origini romene, residente con i genitori a Racconigi.
Quel pomeriggio il padre rientrò a casa ubriaco e si arrabbiò con il figlio perchè la cucina era sporca. Tra i due scoppiò una lite, “mio padre era ubriaco per l’ennesima volta – ha riferito oggi in aula l’imputato – e nella lite mi ha puntato un coltello alla gola e gli diedi una schiaffo sul braccio per allontanarlo”. Il padre allora chiamò i Carabinieri che intervennero in poco tempo e da quel momento in poi è solo grazie al racconto di uno dei militari intervenuti che si è potuto far luce su quanto avvenuto. “Il padre del ragazzo ci attendeva in strada – ha riferito il brigadiere N.P. – e quando entrammo nell’appartamento vidi per terra mobili e piatti rotti”. Il ragazzo era molto agitato e più volte si rifiutò di fornire ai militari i propri documenti insultandoli pesantemente, mentre intanto cercava ancora di colpire il padre. I Carabinieri decisero allora di riportare un po’ di calma facendo uscire l’uomo di casa. Ma mentre erano per le scale A.S.S. sferrò un altro pugno che però colpì in pieno volto il brigadiere che si era interposto fra i due, “è stato un colpo accidentale – ha riferito il militare – perchè il ragazzo voleva in realtà colpire il padre”. Rimasto solo in casa il ragazzo avrebbe anche lanciato una caffettiera contro l’auto dei Carabinieri, fortunatamente senza colpire nessuno. La lite avrebbe potuto concludersi lì, ma il giovane scese in strada poco dopo cercando di aggredire un altro Carabiniere. Tra molte reticenze e amnesie, oggi in aula hanno testimoniato anche i due protagonisti dello scontro. Per l’imputato l’accusa ha chiesto una condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione. La difesa ha chiesto che i reati fossero riuniti nel vincolo della continuazione e ha chiesto il riconoscimento delle generiche. Il giudice ha accolto le richieste della difesa riconoscendo le generiche e la continuazione fra i reati, condannando A.S.S. a 7 mesi di reclusione.