Ceva – Si è concluso a Cuneo il processo a carico di F. C. per lesioni gravi; secondo la ricostruzione dell’accusa sostenuta dal pubblico ministero Gianluigi Datta, l’uomo, alla guida di un fuoristrada, sul tratto di strada provinciale che si biforca per entrare a sinistra sull’autostrada e a destra verso il centro dell’abitato, il 14 luglio 2107 avrebbe eseguito una manovra tale che, spostandosi repentinamente dal lato sinistro della carreggiata a quello destro per svoltare in una strada dove c’era un negozio di ferramenta, avrebbe urtato la moto di un giovane che andava verso Ceva con la sua ragazza. Nell’urto il giovane avrebbe riportato ferite a un braccio. Secondo l’accusa, che ha chiesto la condanna a otto mesi di reclusione, l’auto avrebbe messo la freccia a sinistra ma poi avrebbe improvvisamente girato a destra, provocando l’urto in perpendicolare con la moto che sopraggiungeva dietro. Una conclusione a cui si è associata anche la parte civile che ha chiesto un risarcimento di 29.000 euro in considerazione dei problemi che il giovane ha avuto per le lesioni al braccio e che si sono concluse solo dopo due anni con la rimozione delle viti inserite a seguito della frattura. Di tutt’altro avviso invece la difesa del conducente del fuoristrada, secondo la quale l’urto non sarebbe avvenuto in perpendicolare ma in diagonale, poiché la moto dopo l’impatto è stata ritrovata sulla strada oltre la macchina, cosa impossibile se l’urto fosse avvenuto perpendicolarmente. L’accusa ha quindi chiesto una riqualificazione del capo d’imputazione con un concorso della moto nell’incidente. Il giudice ha rinviato al 13 febbraio per la sentenza.