Costigliole Saluzzo – Si è concluso con un piccolo colpo di scena il processo per ricettazione di un assegno in cui erano imputati R. A. e B. A. F., i signori che stipularono l’assicurazione di un’auto con un assegno risultato scoperto.
Nel giugno 2015 R. A. aveva acquistato un’auto dall’amico B. A. F.; c’era da stipulare l’assicurazione e R. A. chiese al suo amico di recarsi all’agenzia con un suo assegno da 538 euro per firmare il contratto.
R. A. F. firmò a nome dell’amico e venne data copertura alla polizza. Purtroppo quell’assegno risultò scoperto. Portava la firma di R. A. ma il conto cui si riferiva quell’assegno era intestato a un’altra persona. Gli inquirenti hanno pensato a una ricettazione di assegno, ma quell’assegno, lo si è appreso solo oggi (giovedì 23 gennaio) in aula, apparteneva alla compagna di R. A. La donna ha dichiarato che lei e il suo convivente avevano due conti alle Poste e avevano due blocchetti per assegni uguali. “Pensavo di aver smarrito il mio blocchetto – ha detto in aula la donna – e sporsi denuncia ai Carabinieri di Cavallermaggiore. In realtà il blocchetto perso era quello del R. A. e ad avvisarmi furono proprio le Poste che mi chiamarono perché risultavano degli assegni emessi dal mio blocchetto ma con una firma non mia”.
Un equivoco, uno scambio di libretti ci può anche stare ma la donna, e soprattutto R. A., non hanno spiegato come mai una volta bloccati quei pagamenti e risolto il mistero, non hanno provveduto a pagare l’agenzia assicurativa di Costigliole Saluzzo che nel frattempo si trovò costretta anche a pagare i danni provocati da quell’auto in un incidente stradale. Non ritenendo credibile la testimonianza della donna, l’accusa ha chiesto la condanna di R. A. a due anni e di B. A. F. a un anno e quattro mesi. Il giudice ha invece assolto i due imputati dall’accusa di ricettazione.