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Sabato 2 novembre 2024

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Per i giudici non fu aggressione per rapina: assolti i due imputati

Un uomo con banconote vinte al gioco, le bevute con una coppia al bar, le botte ricevute sotto i portici

La Guida - Per i giudici non fu aggressione per rapina: assolti i due imputati

Cuneo – Forse quella denuncia di rapina era davvero stata messa in piedi per giustificare un’aggressione che in realtà era la vendetta di un fidanzato geloso. Al termine del processo a E. T. di origini marocchine e alla sua compagna C. B., sembra essere questo lo scenario che si verificò nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2018 in corso Nizza nei pressi del bar Savoia. Nel locale i tre avevano bevuto insieme ad altre persone; D. B., presunta vittima della rapina, faceva avanti e indietro con la vicina sala giochi, dove sembra avesse vinto una discreta somma di denaro che non esitava a mostrare a tutti. Tra una bevuta e l’altra avrebbe fatto anche delle pesanti avances a C. B., ingelosendo il suo fidanzato. Una volta fuori dal locale D. B., mentre parlava con un conoscente incontrato casualmente sotto i portici, venne aggredito alle spalle; entrambi caddero a terra, mentre l’aggressore sparì senza essere visto dai due uomini. Per terra accanto a loro c’erano le banconote che D. B. aveva vinto al gioco ma, secondo la versione della persona offesa, ne mancavano alcune. Di qui la denuncia per rapina, condita anche dall’aggressione, avvenuta mentre lui cercava di rialzarsi, da parte di C. B. che avrebbe cercato di impedirgli di chiamare i Carabinieri buttandolo nuovamente a terra e gettando lontano il cellulare. Perché però T. E. avrebbe preso solo alcune banconote se lo scopo dell’aggressione era la rapina? Perché non le avrebbe prese nemmeno C. B., intervenuta solo in un secondo momento? Forse perché, come prospettato dagli avvocati Marina Bisconti e Mauro Cristofori, D. B. non fu aggredito a scopo di rapina, ma per gelosia da parte di T. E. Anche la successiva aggressione da parte di C. B. potrebbe essere letta in maniera diversa, viste le ecchimosi sui due fianchi che la ragazza si è fatta refertare al momento del suo ingresso in carcere. Anche i giudici hanno ritenuto che non fosse stata raggiunta la prova dell’aggressione a scopo di rapina e, a fronte di una richiesta di condanna a cinque anni, hanno assolto i due imputati.

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