Cuneo – La transumanza diventa patrimonio immateriale dell’Unesco. La tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori, è stata iscritta, all’unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Lo ha deciso il Comitato intergovernativo riunito a Bogotà in Colombia. I pastori transumanti, come sottolinea il dossier di candidatura presentato dall’Italia insieme a Grecia e Austria all’Unesco, hanno una conoscenza approfondita dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti. Ora l’Italia acquisisce il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare, superando Turchia e Belgio.
Soddisfazione da parte di Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, Unione dei Comuni e degli Enti montani:”La transumanza è, dopo i muretti a secco, i paesaggi vitivinicoli di Langhe e Prosecco, emblema della montagna che resiste. È forza dei margari, uso sapiente dei territori, salire e scendere metafisica rappresentazione della vita. La transumanza è la montagna. È anche quella forza dei pastori locali che sfidano, nelle gare per la gestione dei pascoli, fantomatiche aziende agricole dell’altrove che provano a speculare sui territori a danno delle comunità locali. La transumanza è la scelta di proteggere e ridare vita ai territori, da San Giovanni a San Michele e non solo. Dura, resistente, piena di fatica, rito collettivo che emoziona nella salita e nella discesa, festa della valle, gioia della comuntà, attrattiva turistica, marketing territoriale. Unione delle famiglie allargate dei margari e degli allevatori”.