Savigliano – Si trovava alla stazione di Savigliano in un giorno di novembre del 2018, quando vide un ragazzo con la bicicletta che era stata rubata al suo amico L. circa due settimane prima. “L’ho riconosciuta – ha dichiarato il teste ieri (lunedì 9 novembre) in tribunale – perché era particolare, bianca con il sellino nero. Quel ragazzo mi ha detto che l’aveva comprata e dato che insistevo mi ha spinto sui binari. Io però ho fatto una foto e l’ho mandata al mio amico che è subito venuto in stazione”. In seguito all’intervento dei Carabinieri i ragazzi si sono ritrovati tutti in caserma e C. O., l’imputato di ricettazione al processo di ieri al tribunale di Cuneo, oltre alla bicicletta, è stato trovato in possesso di un altro oggetto rubato, un cellulare appartenente a una ragazzina torinese, rubato nel marzo del 2014. Lo ha testimoniato in aula il padre: “Mia figlia era andata all’allenamento di canottaggio e aveva lasciato il cellulare nello spogliatoio. Oltre al suo furono rubati altri due cellulari. Grazie alla sincronizzazione dei dati nel cloud ho seguito per un po’ i movimenti del cellulare fino in Tunisia. Quando mi è stato restituito dai Carabinieri di Savigliano non era più bianco ma nero, era stato cambiato l’involucro esterno”. Anche in questo caso l’imputato C. O. aveva dichiarato di aver acquistato il cellulare e per questo l’accusa nei suoi confronti è di ricettazione e non furto. Il processo proseguirà il 9 marzo.