Mondovì – È stata inaugurata ieri (venerdì 15 novembre), alle 17, la mostra “Le trame di Raffaello. Il restauro dell’arazzo Madonna del Divino Amore del Museo Pontificio di Loreto” allestita presso il Museo della ceramica di Mondovì in piazza Maggiore 1. Protagonista dell’esposizione è l’arazzo Madonna del Divino Amore, capolavoro realizzato ad inizio Cinquecento dalla raffinata manifattura di Bruxelles su cartone a partire da un’opera di Raffaello Sanzio e recentemente oggetto di un accurato restauro condotto dal Centro conservazione e restauro La Venaria Reale.
L’esposizione, che anticipa le celebrazioni per i 500 anni dalla morte dell’artista, propone un percorso affascinante dentro la materia e la tecnica che caratterizza un arazzo antico, dalle diverse modalità di tessitura a telaio alle lane, sete e filati metallici utilizzati per poi passare a scoprire le tinture e infine l’accurata documentazione sulle fasi del restauro. La mostra costituisce inoltre un’importante occasione per approfondire la produzione raffaellesca attraverso la declinazione dei suoi disegni su cartoni preparatori nelle diverse arti. L’arazzo traduce, con filati preziosi, una delle immagini più note della produzione pittorica del maestro, nel XIX secolo denominata Madonna del Divino Amore. Vi sono raffigurati la Madonna con Bambino, Sant’Anna e San Giovannino. Commissionata dal vescovo di Liegi Érard de la Marck, nel XVII secolo diviene proprietà di Papa Alessandro VIII Ottoboni e nel 1723 il nipote, il cardinale Pietro Ottoboni, la dona al Santuario di Loreto.
La mostra, nata dalla collaborazione tra la Fondazione Crc, il Centro conservazione e restauro La Venaria Reale, il Museo Pontificio di Loreto, il Museo della ceramica e il Comune di Mondovì, sarà visitabile gratuitamente fino al 15 marzo (giovedì e venerdì 15-18, sabato e domenica 10-18). Inoltre durante il periodo di apertura sarà promosso un ricco programma di laboratori didattici per le scuole a cura del Museo della ceramica. Per maggiori informazioni: tel. 0174-40389, 0174-559365 o www.fondazionecrc.it.