Saluzzo – La vicenda della Mahle, la multinazionale della componentistica auto che ha annunciato la chiusura degli stabilimenti di Saluzzo e La Loggia con il licenziamento di 450 dipendenti, ha visto scendere in campo a difesa dei lavoratori le istituzioni locali e i parlamentari del territorio, con forti prese di posizione in Comune e da parte di Chiara Gribaudo e Mino Taricco. Anche i sindacati seguono da vicino la vicenda, negli incontri con l’azienda e nella vicinanza ai lavoratori, e anche con posizioni pubbliche. Come la lettera aperta della Cgil cuneese e del suo segretario generale Davide Masera al presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, in risposta a quanto sostenuto sulle scelte dell’azienda e sugli scenari di mercato. Ecco il testo diffuso dalla Cgil.
“Abbiamo sentito le dichiarazioni del presidente di Confindustria Cuneo riguardanti la crisi della Malhe e non condividiamo assolutamente le sue posizioni. È vero che c’è un calo nella vendita dei pistoni del diesel (-30%), ma la scelta della Malhe è ben precisa, chiudere gli stabilimenti per spostare le produzioni in Polonia, pur riconoscendo che la qualità del prodotto realizzato a Saluzzo e La Loggia è molto superiore.
Noi crediamo, a partire dalla realtà che il mondo della automotive stia cambiando, che si possano e si debbano fare altre scelte. Siamo persuasi che la Malhe possa innovare la produzione individuando investimenti su altri prodotti, mantenendo la produzione, seppure ridotta, dei pistoni diesel. L’azienda lavora da anni su questi siti e, da anni, malgrado le richieste in tal senso della Fiom Cgil, non fa investimenti di sorta.
Da molto tempo sentiamo Confindustria parlare di responsabilità sociale dell’impresa e ne condividiamo pienamente il ragionamento. Consideriamo quindi scellerata la scelta della Fondazione Malhe che, dopo aver utilizzato negli anni tutte le agevolazioni dello Stato Italiano, oggi chiude e licenzia 210 persone, ripeto ‘persone’, a Saluzzo e altre 240 a La Loggia, provocando danni anche a tutto l’indotto del territorio. Noi crediamo che , dopo aver usufruito per anni e anni del lavoro, dell’impegno e del sacrificio quotidiano di questi lavoratori, la Fondazione proprietaria del marchio Malhe non possa permettersi di dire da un giorno all’altro, malgrado ben altri impegni avesse preso lo scorso mese di maggio, ‘non ci servite più’. Le persone non sono un oggetto, una merce e il lavoro è lo strumento che dà la dignità alle persone.
Chiediamo invece al presidente di Confidustria Cuneo, al mondo che rappresenta, a tutte le ‘ricchezze’ (istituzioni, fondazioni bancarie, Università) presenti sul territorio di lavorare insieme per evitare la chiusura degli stabilimenti.
Perché siamo non solo di fronte a una tragedia incredibile per centinaia di lavoratori, persone appunto, ma anche al dramma che colpisce l’economia di tutto il territorio”.