Cuneo – Erano stati arrestati tutti e cinque nell’aprile del 2016 in seguito alle indagini svolte dai carabinieri di Savigliano e coordinate dalla dottoressa Carla Longo, sostituto procuratore a Cuneo: erano i ladri di gioielli che avevano messo a segno due colpi da circa 300.000 euro l’uno a Savigliano e Sanremo, e si stavano preparando per colpire per la terza volta a Pontassieve in provincia di Firenze.
A rendere famosi i cinque non solo la tecnica, o meglio la tecnologia, utilizzata per eseguire i furti, ma anche la presenza tra di loro di Leonardo Notarbartolo, il famoso Arsenio Lupin che nel 2003 mise a segno il colpo al caveau del Diamod Center di Anversa, e che fruttò più di 150 milioni di dollari. Insieme a lui, tre anni fa venne arrestato anche il figlio Marco, i fratelli Stefano e Marco Alliano e Antonio Defeudis.
I ladri avevano preso di mira i commercianti di preziosi, e dopo aver piazzato un gps sotto le auto, seguivano le prede fino al momento giusto per colpire. Forzavano l’auto, la portavano in un luogo sicuro e procedevano all’apertura della cassaforte che conteneva i preziosi. Il commerciante di Pinerolo in transito per un breve pasto a Savigliano il 19 gennaio del 2016 si vide portar via l’auto in un attimo, all’interno c’erano circa 10 chili di oro per un valore di 250.000 euro. Le immagini registrate dalle telecamere del parcheggio però consentirono l’avvio delle indagini, altrettanto sofisticate, condotte dai carabineiri di Savigliano.
Il 23 febbraio la banda mise a segno il secondo colpo, stavolta ai danni di un commerciante di Sanremo. Dalla sua auto i ladri rubarono circa 11 chili di oro e preziosi per circa 350.000 euro. I carabinieri avevano già avviato le indagini e grazie al minuzioso lavoro di ricostruzione delle immagini delle telecamere stradali e dei movimenti di auto sospette, riuscirono ad intercettare e filmare i ladri. Il terzo colpo, il 7 marzo fu solo tentato, questa volta i carabinieri erano arrivati prima dei ladri.
In quattro patteggiarono pene superiori ai 3 anni e le sentenze ora sono definitive. Solo Antonio Defeudis ha scelto il rito ordinario e il suo processo si è aperto al Tribunale di Cuneo. Il consulente dott. Dezani ha presentato la relazione in cui sono riportate le intercettazioni delle conversazioni fra i componenti della banda e le immagini scattate dai militari. Il maresciallo La Mura dei carabinieri di Savigliano ha ricostruito l’avvio delle indagini, a partire dall’individuazione dell’auto di Donato Alliano in quel parcheggio di Savigliano. Alla prossima udienza fissata per il 6 febbraio verranno ascoltati i coimputati del Defeudis.