Saluzzo – La multinazionale Mahle vuole chiudere gli stabilimenti di Saluzzo (che ha 230 dipendenti) e La Loggia (con 220 lavoratori). Nella mattinata di mercoledì 23 ottobre, presso l’Unione industriale di Torino, c’erano tanti lavoratori a protestare: hanno animato un presidio, con molta rabbia per la scelta aziendale di licenziare, e si sono visti tanti lavoratori e lavoratrici in pianto. L’azienda in un comunicato spiega che “questo passo si è reso necessario a causa della sempre più difficile situazione di mercato a livello globale, che sta conducendo ad un ulteriore declino negli ordinativi, dopo che per oltre un decennio i due siti hanno sofferto di una continua contrazione delle vendite e della conseguente situazione economica negativa. Ci si attende purtroppo che questa situazione deteriori ulteriormente a causa della mutata direzione strategica delle case automobilistiche europee. Il trend negativo e generalizzato, in particolare per i motori diesel, sta inoltre ulteriormente aggravando la situazione”.
Negli stabilimenti di Saluzzo e di La Loggia, si producono pistoni per i motori diesel: “Mahle si trova purtroppo costretta a programmare la chiusura degli stabilimenti di La Loggia e Saluzzo, e a breve saranno avviate le consultazioni con le organizzazioni sindacali. L’azienda collaborerà strettamente con i rappresentanti dei lavoratori al fine di considerare ogni possibile misura alternativa e minimizzare il potenziale impatto sui circa 450 dipendenti dei due stabilimenti coinvolti” recita il comunicato aziendale. Si preannuncia una lunga e difficile vertenza, con i sindacati sul piede di guerra. Sono previste assemblee in fabbrica per discutere le iniziative da prendere. Ci sono ora 75 giorni di tempo per la discussione fra le parti sociali, con i lavoratori nettamente contrari alle scelte aziendali. Il consigliere regionale Paolo Demarchi ha espresso solidarietà ai lavoratori, annunciando l’impegno pieno della Regione. Il sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni: “Quella della Mahle è un comportamento estremamente scorretto. Qui c’è in ballo la vita di oltre 400 famiglie”.