Cuneo – Si è concluso al Tribunale di Cuneo il processo per appropriazione indebita a carico di M.C. agente di vendita per conto del Consorzio agrario di Cuneo di frazione Ronchi. Un rapporto normale fino al 2016 quando emersero alcune irregolarità che condussero ad accertamenti e poi alla querela. Il Consorzio lamentava ammanchi per 128mila euro, ma sono stati accertati dalla Guardia di Finanza ammanchi per 42mila euro. L’uomo avrebbe gonfiato le fatture di vendita per potersi assicurare le provvigioni e in alcuni casi non avrebbe versato il ricavato delle vendite nelle casse del magazzino.
Le fiamme gialle hanno accertato 150 casi di fatture gonfiate, come quello della signora che al Consorzio aveva comprato 72 euro di mangimi e aveva ricevuto una fattura di 1600 euro, o l’agricoltore che si era visto intestare varie fatture per un concime mai ordinato.
La difesa, con l’vvocato Alberto Boetti, ha ribattuto alle accusa sostenendo che si trattava di un registro di cassa non definitivo e neanche firmato dall’imputato. Qualcun altro avrebbe potuto manipolare quel giornale di cassa per far ricadere la colpa su M.C. All’esito del dibattimento l’accusa ha chiesto una condanna ad 8 mesi di reclusione e alla pena pecuniaria di 800 euro.
Il giudice ha invece condannato l’imputato a 10 mesi di reclusione, alla pena pecuniaria di 700 euro e risarcimento del danno da liquidarsi in sede civile. “Un processo non semplice e una condanna esemplare” è stato il commento soddisfatto da Nicola Clerici, avvocato del Consorzio costituito parte civile al processo.