Boves – “La pace è il diritto di tutti di esistere. Nemici della pace sono le disuguaglianze, le ingiustizie, i privilegi, l’opportunismo, il vedere il male e non fare nulla”. Con queste parole don Luigi Ciotti ha introdotto il suo intervento davanti alle tante persone che hanno preso parte alla Carovana della Pace. Tre “serpentoni” colorati partiti da Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Chiusa Pesio che sono confluiti in piazza Italia per la XVII edizione della Carovana della Pace. Ad attenderli, un coro di bambini bovesani e di Schondorf. Nel saluto di benvenuto il Sindaco Paoletti ha ricordato i legami di Boves con Castello di Godego, Mauguiò e, soprattutto, Schondorf sottolineando l’importanza di costruire ponti laddove c’è chi vorrebbe costruire muri.
Caterina Bellandi, in arte “Zia Caterina” ha invece invitato i partecipanti a diventare un buon esempio per i bambini. L’intervento di don Pierluigi Di Piazza è stato in particolar modo incentrato sulla lettura di testimonianze di Padre Ernesto Balducci e Liliana Segre e relative all’indiffernza e alle situazioni di razzismo.
“Occorre vivere la memoria – ha preseguito Di Piazza – sentirsi coinvolti dal dolore delle vittime e fare in modo di diventare noi stessi memoria. Il pensiero va ai migranti costretti a muoversi verso un futuro più dignitoso. Dobbiamo schierarci per la fedeltà al vero, avvertire le loro sovverenze, ascoltare il grido della terra”. In chiusura ancora un riferimento di attualità. “L’umanità sbaglia su Dio e quando questo succede, ci sono gravi conseguenz. Dio viene infatti spesso strumentalizzato per giustificare posizioni che in realtà sono contro il Vangelo e la Costituzione”.
Prima di don Ciotti, applaudito intervento di Mafalda, una rappresentante di “Friday”, movimento nato a Cuneo sulla scia dell’operato di Greta Thunberg con l’obiettivo di chiedere un mondo più sostenibile per il futuro. Dopo aver ricordato le precedenti carovane a cui aveva preso parte e reso omaggio a Padre Michele Pellegrino (già Arcivescovo di Torino), don Luigi Ciotti ha esortato tutti a “vivere per la pace” per fare in modo che possano finire le ingiustizie del mondo. Dopo aver attaccato il decreto sicurezza che “ha mortificato la dignità di tanti”, il sacerdote ha sottolineato come pace sia giustizia sociale. “Andiamo incontro al futuro – ha detto -. Le leggi devono tutelare il diritto, non il potere ed il consenso. Occorre ripartire dalla conoscenza e dalle relazioni che sono le strade per crescere in umanità e cultura. Gli altri, sono il termomentro della nostra umanità”.
Forte anche la presa di posizione contro le proposte nazionaliste e sovraniste che pullulano in Europa. “L’Unione Europea – ha sottolineato don Ciotti – deve riscoprire l’identità comune per creare unità nella diversità”. Sempre a livello di Europa, la citazione di Papa Francesco che, nel ritirare il premio Carlo Magno (conferito per chi si impegna per l’integrazione e l’unione nle Vecchio Continente) disse “sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia”.
“A livello mondiale invece vedo tre rischi: la morte della democrazia, il rischio di una terza guerra mondiale “a pezzi” e il rischio di una catastrofe ecologica”. Prima di chiudere con un forte abbraccio a Natalino Macario, ultimo partigiano bovesano in vita, Don Ciotti ha sottolineato l’importanza di un lavoro per tutti e non di un reddito di dignità per tutti e ribadito che “la memoria non va fermata e ingabbiata nel passato”.