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Giovedì 26 dicembre 2024

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Quando a giocare a calcio sono i non vedenti

A Rivoira una dimostrazione con tecnici e giocatori della nazionale paralimpica. Un'occasione di socializzazione con la volontà di formare una squadra

La Guida - Quando a giocare a calcio sono i non vedenti

Boves – Quando lo sport, l’impegno, la passione, la solidarietà e la voglia di vivere convergono in un unico obiettivo, nulla diventa impossibile. Lo dimostrano Hector Cerutti, Nancy Rouzies, la loro figlia Delia, Giancarlo Di Malta e Fabrizio D’Alessandro. Sono stati loro i promotori della giornata di calcio per non vedenti organizzata sabato 13 luglio a Rivoira. Una iniziativa che ha coinvolto una decina di persone non vedenti (fra cui bambini ed adolescenti) della provincia di Cuneo che hanno avuto modo di allenarsi e giocare sotto la guida tecnica di Giancarlo Di Malta e al fianco del capitano della nazionale italiana non vedenti Fabrizio D’Alessandro. Un appuntamento fortemente voluto dalla famiglia Cerutti, una tappa di promozione sportiva per tutti (con l’obiettivo di formare una squadra per ciascuna regione italiana) che avrà un seguito nel mese di agosto a Sanremo. E proprio a Sanremo nasce questa avventura sportiva nel 1997 quando D’Alessandro, Di Malta e altri amici fondano l’Associazione Liguria Calcio non vedenti. Un gruppo giovane ed affiatato che crea un movimento che, a distanza di venti anni ha permesso la nascita di altre società in tutta Italia. L’iniziativa di Rivoira, resa possibile anche grazie alla disponibilità di don Martino Pellegrino e della parrocchia di Rivoira, di Mario Ambrosoli e Michele Siciliano, vuole offrire la possibilità a tutti i ragazzi e le ragazze cieche del cuneese e alle loro famiglie, di trovarsi e condividere un progetto di sport e amicizia con l’obiettivo, se possibile, di costituire una vera e propria squadra. Sul terreno di gioco della frazione bovesana si sono allenati bambini e adulti con la possibilità di prendere dimestichezza con il calcio a 5 che è uno degli sport di squadra maggiormente praticati da atleti non vedenti. “In Italia – commenta Di Malta – siamo un po’ in ritardo rispetto agli altri paesi. Il movimento a livello internazionale è “cresciuto” in particolar modo dopo le paralimpiadi di Londra, quando le gare vennero trasmesse sui canali Sky. Il regolamento prevede che in campo scendano cinque giocatori. Il portiere è vedente e insieme con due tecnici (uno collocato sulla fascia e l’altro dietro la porta avversaria) si impegna a suggerire la tattica di gioco e la circolazione del pallone all’interno del quale vengono installate placche sonore. La forza dello strumento “palla sonora” è straordinario perché da sempre la palla ha affascinato il bambino e il gioco del calcio è molto conosciuto perché è facile, si deve solo correre. Ma certo prima di correre bisogna imparare a camminare, ed ecco il percorso formativo di psicomotricità di base che è fondamentale”.

“Lo scopo della nostra iniziativa – commenta Nancy Rouzies – è quello di aiutare le persone a sviluppare intelligenza emozionale, stimolare la socializzazione e imparare a relazionarsi con il gruppo”. Un gruppo, quello che si è allenato a Rivoira, in cui si sono alternate più generazioni. Dai piccoli delle scuole elementari fino al veterano bovesano Giancarlo Giordano che non ha esitato a mettersi in gioco con gioia ed impegno con il preciso obiettivo di lanciare un messaggio ad altri possibili atleti non vedenti. “La nostra idea – concludono Hector e Nancy – è quella di coinvolgere un sempre maggior numero di famiglie offrendo la possibilità di giocare e formare un gruppo. Per questo motivo coloro che fossero interessati, possono contattare i numeri 3294411865 (Nancy) 3341020439 (Delia), 3395416018 (Hector) e 3356902200 (Giancarlo Di Malta)”. Al termine del pomeriggio, l’assessore Enrica Di Ielsi ha proposto l’organizzazione di un torneo esibizione a Boves da svolgersi al palazzetto dello sport o al campo sportivo. 

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