Boves – “L’amore non si ferma. Non lasciamo fermare l’aore, soprattutto nella Chiesa e nelle comunità. Gesù ci ha consegnato questo compito. Solo una cosa ci muove e ci da vita ed è l’amore”.
Con queste parole il celebrante don Carlo Occelli (Ocio), ha esortato il numerosissimo pubblico che ha affollato il palazzetto dello sport di Boves per l’edizione 2019 della Messa Rock. Don “Ocio” ha poi citato “L’amore è tutto” di Sant’Agostino nel passaggio in cui il Santo dice “Se tacete, tacete per amore. Se parlate, parlate per amore. Se correggete, correggete per amore. Se perdonate, perdonate per amore. Sia sempre in voi la radice dell’amore, perché solo da questa radice può scaturire l’amore”. E proprio in questo frangente il direttore della Pastorale Giovanile diocesana ha voluto ricordare l’ultima prova d’amore per la comunità di don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, parroco e curato bovesani vittime della furia nazista in quel 19 settembre 1943.
La funzione, animata da un coro di circa 150 giovani capace di trascinare insieme con i musicisti, il pubblico nei numerosi canti, ha radunato a Boves giovani e famiglie andando oltre ogni previsione della vigilia. Oltre mille i fedeli intervenuti in questa Messa, nata nel 2012 con l’obiettivo di avvicinare i giovani all’esperienza dell’eucarestia e che nel corso degli anni si è radicata coinvolgendo un sempre maggiore numero di fedeli. Promossa dalla Pastorale Giovanile diocesana, la Messa Rock ha visto il fondamentale contributo dei volontari della Parrocchia di San Bartolomeo, perfettamente orchestrati da don Dario Bottero e da molte realtà del territorio come Pro Loco, Consulta delle Famiglie, Associazione “La Sporta” e Associazione don Bernardi e don Ghibaudo. Grazie ai numerosi sponsor è stato poi possibile servire a prezzo popolare la cena a tutti i partecipanti. La serata è poi proseguita con la musica e le danze dei Lou Tapage.