Roburent – Nei giorni vicini al 25 aprile e alla festa di Liberazione, una vicenda rischia di “macchiare” la memoria e suscita polemiche. Nel piccolo Comune di Roburent la targa per la via intitolata a Nuto Revelli non viene posta; a novembre si dimise il sindaco Fabrizio Nugnes e fu “bloccata” la delibera comunale che dava il via a questa scelta toponomastica (l’iter fu avviato 15 anni fa dall’allora primo cittadino Bruno Vallepiano). Sulla questione si mobilitano Associazione partigiani, Istituto storico della Resistenza e altre realtà, affinché la proposta di intitolazione trovi finalmente attuazione. Ecco le parole di Marco Revelli (a destra nella foto, con il padre Nuto), presidente di Fondazione Nuto Revelli Onlus.
“La scelta dell’amministrazione comunale di Roburent di cancellare il ricordo di persone e di fatti che appartengono alla cultura e alla storia italiana non sfiora né scalfisce la loro memoria. Quell’atto, dettato o da ignoranza o dalla nostalgia per un regime condannato dalla storia, suona piuttosto a insulto agli abitanti di quel Comune che tra il 1943 e il 1945 diedero il loro appoggio ai partigiani (che senza quel sostegno non avrebbero potuto sopravvivere neppure una settimana) e a quei contadini e montanari alle cui vite sono dedicati i libri di Nuto Revelli, da ‘Il mondo dei vinti’ a ‘L’anello forte’”.