Cuneo – Se Schubert si spense nel 1828 all’età di 32 anni, non fu per imprecisate febbri nervose, come recitava l’atto di morte, ma per la sifilide contratta sei anni prima. La malattia gli causò fino alla fine ricoveri in ospedale, emicranie, inappetenza, allucinazioni, spaventosi sbalzi d’umore e, a causa del mercurio usato come medicinale, anche tremolii alle mani che gli impedivano di suonare. Fu però nel 1824 che capì che per lui non c’era più speranza di guarire e, forse anche per questo motivo, compose un quartetto per archi, pubblicato postumo, “La morte e la fanciulla”, che sviluppava il Lied dallo stesso titolo da lui composto nel 1817 su versi di Matthias Claudius. Insomma, un giovane genio destinato a morte certa scrisse musica che, senza usare nemmeno una parola, mostrava in modo lancinante la fragilità della vita, l’istinto di sopravvivenza e la solitudine dell’angoscia di fronte all’approssimarsi della fine.
Usando questi due capolavori omonimi, nota per nota, accento per accento, una delle migliori formazioni italiane di danza contemporanea, Abbondanza/Bertoni, ha creato una partitura di gesti e movimenti messa in scena – con eccezionale immedesimazione – da un trio di bravissime danzatrici (Eleonora Ciocchini, Valentina Dal Mas e Claudia Rossi Valli). Candidato al premio Ubu nel 2017, lo spettacolo è arrivato anche al Toselli di Cuneo il 1° aprile. Un’ora di emozioni senza reti protettive per lo spettatore, dove i corpi nudi delle tre donne, scossi e percossi dal ventaglio di sensazioni, turbamenti, memorie e ansie evocato da Schubert, s’intrecciavano con un uso mirabile della luce, del fumo, del riverbero applicato in certi momenti alla musica e delle immagini video. In particolare queste ultime, riprese a bassa definizione in anonimi backstage (a cura dei trentini Jump Cut, gli stessi del documentario “Complimenti per la festa” con i Marlene Kuntz), mostravano il doppio quasi fantasmatico delle tre danzatrici. Come se fossero osservate segretamente dalla Morte in persona. Uno spettacolo che toglieva il fiato. Bellissimo.