Incoronare la Madonna Nera di Oropa è un sogno. Il sogno di generazioni che hanno atteso l’evento per cento anni e che hanno visto quel sogno avverarsi dal lontano 1620 ad oggi quattro volte. E la quinta, nel 2020, è ormai prossima.
La Diocesi di Biella in collaborazione con il Santuario di Oropa e con l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana, ha presentato al XVIII Salone Internazionale del Settore Religioso – Koinè – di Vicenza il bando di concorso di idee per la progettazione e la realizzazione di due “corone” per la statua della Vergine Maria e del Bambino Gesù in occasione della V° Centenaria Incoronazione della Madonna di Oropa, che si svolgerà domenica 30 agosto 2020.
IL MANTO
Sono più di 17mila le buste già distribuite al Santuario di Oropa e destinate a raccogliere i lembi di stoffa significativi per i fedeli che vogliono donarli alla Madonna: lembi di stoffa che, grazie all’abilità delle suore di clausura di Orta, verranno trasformati nel manto che l’ultima domenica di agosto del 2020 sarà donato, come segno di fede, alla Vergine Bruna.
Ogni lembo è accompagnato da una storia, dal desiderio di riporre nell’immenso cuore di Maria la propria vita e quella dei propri cari. Tutti i fedeli, non solo i biellesi, possono partecipare alla realizzazione del manto. Come fare? È sufficiente inviare un lembo di stoffa del formato 10X15, il tessuto verrà poi ritagliato in tesserine di formato più piccolo.
La stoffa non deve essere troppo pesante o troppo leggera: si consigliano tessuti fermi, non elasticizzati, come camicie, lenzuola, jeans.
Sino all’8 dicembre 2019 si potranno consegnare i tessuti presso il Santuario di Oropa – Ufficio Offerte, chiostro basilica antica telefono 015.25551222. Oppure vanno spediti a: Rettore, via Santuario di oropa 480, 13900 Biella. Ogni tessuto deve essere accompagnato dal nome del donatore e, per chi desidera, dalla storia che la stoffa porta con sè, da un pensiero o da una preghiera di affidamento alla Madonna.
UN EVENTO ALL’ALTEZZA DI QUESTI TEMPI
Inizia il cammino verso il 2020 e già si respira tempo di Novità. Tempo di preghiera, tempo di confronto e di idee, tempo aperto alle sorprese di Dio. Questo è quanto si avverte alla vigilia di un evento di fede e di devozione che porterà tanti al santuario di Oropa. Susanna Peraldo ne parla con il rettore del Santuario di Oropa, canonico don Michele Berchi.
Il santuario si prepara a vivere la quinta centenaria incoronazione. Qual è il senso di questo gesto che si tramanda da secoli?
Ciò che la tradizione ci consegna, come questo gesto popolare dell’incoronazione, o è sempre un accadere oggi per noi, come sorpresa e come novità, oppure sarà come cercare di fare una visita virtuale delle piramidi: il tentativo di rendere interessante un passato che non tornerà. Il senso di un gesto come questo o è espressione della fede, dell’affetto e dell’attaccamento che ora le nostre comunità vivono nei confronti della Madonna, grazie alla sua sacra immagine della Madonna di Oropa, oppure sarà anacronistico. Ci sono due aspetti di questo gesto che stiamo preparando che mi sorprendono.
Quali sono?
Il primo è che non si tratta di progettare, inventare, organizzare qualcosa, ma piuttosto di far emergere, di prendere coscienza insieme, del profondo legame che, misteriosamente, ciascuno di noi ha con la Madonna; quindi, da questo punto di vista, occorrono rispetto, attenzione e capacità di ascolto perché le varie iniziative possano essere pensate e ideate come strumento di questa valorizzazione. Il secondo aspetto invece è più generale e riguarda questo cambiamento di epoca, come la chiama Papa Francesco). Si tratta di scoprire quale sia il contributo che la fede cristiana ha dato e continua ad essere capace di dare alla società intera. Detto in un altro modo: la grande sfida dell’incoronazione del 2020 consiste nell’essere all’altezza delle istanze, dei bisogni, del nichilismo e della delusione che l’uomo contemporaneo vive. Insomma è come se questo gesto sfidasse i cristiani: ma voi avete qualcosa di utile da dire e da dare a questa società? Non sembra una sfida entusiasmante?
Da chi e come sarà realizzata la corona?
Da chi, non lo sappiamo ancora, come… nemmeno. Penserà che siamo dei pazzi, ma in realtà la scelta che è stata fatta dal Comitato preparatore dell’Incoronazione vuole essere all’altezza del grande evento che ci attende. Perché restringere la scelta di un segno così importante che rimarrà nei secoli a quello che conosciamo già? Ci siamo rivolti agli esperti della Conferenza Episcopale Italiana e abbiamo chiesto loro di aiutarci a fare un concorso a livello nazionale e internazionale per raccogliere idee e proposte. Così in febbraio è stato lanciato un bando per selezionare degli artisti che saranno poi invitati a trascorrere qualche giorno ad Oropa nel periodo estivo. Nella festa del 21 novembre 2019 sarà poi proclamato il vincitore e nei mesi successivi sarà realizzata materialmente la corona che sarà portata in Santuario ed esposta a partire dal mese di maggio 2020.
È stata anche presentata l’idea della realizzazione di un manto. Un manto per affermare che cosa?
Mi lasci dire che questa idea, secondo me, è stata ispirata dalla Madonna stessa. Il manto che discenderà dalla corona, sarà come un suo prolungamento. Sarà un manto composto da migliaia di piccoli pezzi di stoffa provenienti dai vestiti di noi fedeli e devoti della Madonna. Tutti coloro che vorranno “esserci” potranno donare un pezzo di un vestito significativo per la loro vita (il vestito con cui ci si è sposati, del primo figlio, della tuta da lavoro, di un lenzuolo di una malattia, ecc). Sarà un modo alla portata di tutti per dire alla Madonna: ci sono anch’io! Ricordati di me, portami con Te. Un modo per “stare addosso alla Madonna” e di farsi portare da Lei. Il fatto poi che questi pezzi di tessuto siano cuciti insieme darà l’idea di un popolo che si ricostituisce grazie a Lei. Ci ritroveremo insieme, uniti da Lei. Bello no? Sono certo che sarà un gesto imponente. Se lo immagina lei un manto con uno strascico di dieci metri in cui tutti potremo dire: sono un poveraccio, ma ci sono anch’io!