Cuneo – Franco Chittolina torna a parlare di Europa con un titolo consapevolmente provocatorio “Patria Europa” (Ed. Primalpe, pp 108, € 10). Patria, luogo che parla di appartenenza, di radici comuni, di ideali condivisi e, non ultimo, di orizzonti futuri da costruire insieme: tutte riflessioni messe sul tappeto dalla prossima scadenza elettorale, ma che oggi sembrano scricchiolare sotto il peso di delusioni e conseguenti tentazioni di ripiegamento. Non a caso l’introduzione apre con un gioco di parole, da “villaggio globale” a “villaggio locale”, che dice tutto questo disorientamento.
La proposta avanzata da Chittolina si fa perciò lucida e costruttiva: recuperare il passato per leggere il presente e guardare al futuro. Con la capacità di sintesi che lo contraddistingue, l’autore ripercorre la storia dell’Europa in poche pagine in un intreccio, “ad alto rischio” sottolinea, di guerre, Stato e Nazione.
Lo spazio maggiore è riservato naturalmente agli ultimi sessant’anni che hanno visto il formarsi delle istituzioni, ma anche hanno registrato occasioni mancate, fallimenti e in ultimo tensioni tanto che lo stesso autore non nasconde una certa amarezza nel constatare che “l’esperienza acquisita non sembra avere insegnato abbastanza all’UE, allorché si trova a dover affrontare una crisi prima finanziaria ed economica, poi sociale e infine politica, con qualche presagio di crisi istituzionale”.
Lo sguardo sui problemi serve però da riflessione per fondare un rinnovato cammino di questa “avventura umana del processo di integrazione europea”. Si impone però uno sguardo più ampio: “è fuorviante guardare l’UE sulla carta geografica della sola Europa, meglio cercarla su un mappamondo stentando magari a trovarla e sapendo che il mappamondo gira e l’Europa con esso”. Insomma, sembra dire l’autore, non è richiudendosi nel proprio guscio che si sanano le ferite. Comunque un confronto col resto del mondo si impone con urgenza e interpella la stessa coesione interna.
Fin qui le riflessioni di Franco Chittolina, ma il libro si articola anche in altre due parti complementari alla prima. Infatti nell’excursus storico si evidenziavano in grassetto alcuni termini e nel “glossario” finale questi vengono chiariti in apposite schede monografiche. Inoltre l’insieme di tabelle delle “performances” dell’UE e dei singoli stati relative ad alcuni indicatori tornano a inserire la riflessione sullo scacchiere mondiale e mettono in evidenza come il confronto con altre realtà, ben più forti economicamente e politicamente, ponga l’Europa in una posizione più che dignitosa nonostante le voci dei tanti profeti di sventura.