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Venerdì 22 novembre 2024

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Un naufragio personale e collettivo

“L’abisso” di Davie Enia in scena sabato 2 marzo alle ore 21 al Toselli, uno spettacolo fatto di storie antiche e tragedie moderne

La Guida - Un naufragio personale e collettivo

Cuneo – In tempi di proclami gridati, di frontiere da innalzare, di rancore e del dominio di chi urla più forte, sabato 2 marzo alle 21 al Toselli va in scena uno spettacolo da non perdere: “L’abisso” di e con Davide Enia tratto dal suo libro “Appunti per un naufragio”. Enia, scrittore, attore, regista e autore di teatro vincitore, tra gli altri, del Premio Ubu, da sempre cantore della memoria privata e collettiva, rivolge il suo sguardo alla grande tragedia che quotidianamente tinge di morte il mare siciliano. E l’autore attore di sbarchi a Lampedusa ormai ne ha visti molti, così come ha ascoltato tanti testimoni diretti di quanto succede su quella frontiera di acqua, dai pescatori al personale della Guardia Costiera, dagli operatori medici e ai lampedusani, dai volontari ai profughi sbarcati sull’isola. Ha raccolto così per mesi le testimonianze dei sopravvissuti e dei testimoni, dando forma ad un testo che è allo stesso tempo testimonianza storica e percorso esistenziale che riguarda tutti noi. E così ne esce fuori un toccante racconto di uno sbarco, di quei frammenti di storia che accadono e si compiono attorno a noi e che spesso ignoriamo. Una messa in scena che fonde diversi registri e linguaggi teatrali, fatta insieme al chitarrista e compositore Giulio Barocchieri, e che mette insieme l’oggi e gli antichi canti dei pescatori, intonati lungo le rotte tra Sicilia e Africa, sulle melodie a più voci che si intrecciano senza sosta fino a diventare preghiere cariche di rabbia quando il mare ruggisce e nelle reti più che pesci si ritrovano i cadaveri di uomini, donne e bambini. Un viaggio prima di tutto interiore alla riscoperta delle proprie radici, proprio nel mezzo di un incontro-scontro con uomini e donne che quelle radici sono stati, sebbene qualcuno pensi diverso, loro malgrado, costretti a sradicare.

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