Cuneo – Lida Carrù Ceva e Cras di Bernezzo hanno chiesto ed ottenuto un incontro urgente con il presidente della Provincia, Federico Borgna per evidenziare il loro dissenso e sollevare, dati alla mano, alcune perplessità in merito all’approvazione unanime da parte del Consiglio provinciale del Piano di controllo della nutria (2019 – 2023). Il Myocastor coypus, questo il suo nome in latino, è una specie animale simile al castorino, negli ultimi anni è diventata sempre più invasiva. Secondo le disposizioni europee si ritiene necessario intervenire per l’eradicazione, il controllo numerico o il contenimento delle popolazioni. I piani di abbattimento già programmati precedentemente in altre zone del Piemonte però si sono rivelati inutili. Se nell’immediato sembra essersi risolta la situazione successivamente nelle zone “appetibili” subentrano nuovi insediamenti.
“Una soluzione alternativa – dice Remigio Bertolino responsabile del Cras (Centro Recupero Animali Selvatici) di Bernezzo –che fino ad oggi ha dato risultati comprovati – spiega Luciano Bertolino responsabile del Cras (Centro Recupero Animali Selvatici) di Bernezzo – è la sterilizzazione. Nella città metropolitana di Torino, la proliferazione di nutrie ha indotto a perseguire delle scelte ma di fronte ad una popolazione particolarmente sensibile e contraria ad un tipo di soluzione cruenta (come la cattura con gabbie e il successivo abbattimento con arma da fuoco) l’amministrazione Appendino si è rivolta alla Clinica Veterinaria Universitaria Mobile di Grugliasco. L’equipe una volta sul posto cattura e sterilizza l’animale rilasciandolo subito dopo. Il castorino essendo stanziale salvaguarda la zona non facendo entrare altri. È chiaro che il proiettile costa meno ma occorre investire in un’analisi costi e benefici non immediati ma efficaci e a lungo termine”.
“Abbiamo iniziato da un mese circa, stiamo lavorando su quattro insediamenti a Torino dove un primo nucleo è stato già completato – spiega il professor Giuseppe Quaranta del Canc Centro Animali non convenzionali di Grugliasco – ne rimangono una cinquantina ed un gruppo più piccolo che vive nei laghetti in periferia di Torino. Il nostro intervento non prevede la completa castrazione o l’asportazione delle ovaie bensì si chiudono i canali dando alle nutrie la possibilità di accoppiarsi ma di non essere fertili. L’animale essendo stanziale continua a mantenere la sua aggressività naturale non facendo avvicinare altri simili”.
“Valuteremo cosa ci sarà detto – conclude Laura Barbero, presidente Lida Carrù Ceva – Ci auguriamo che il presidente della Provincia sia sufficientemente sensibile nei confronti di queste bestiole importate dall’uomo da posti i cui antagonisti erano i giaguari. Si potrebbe iniziare pensando di lanciare l’idea per Cuneo quale Comune capofila per poi estenderlo anche in altri Comuni”.