Cuneo – Risposta alternativa e scherzosa all’ipermediatizzato Festival di Sanremo, “Sanrito” è nato ad opera di un gruppo di persone che roteava attorno al Condorito di Margarita. Dal 2015 in poi, in quello straordinario locale (di fatto uno spazio per la musica dal vivo dislocato in un appartamento), in contemporanea con le due ultime serate dell’Ariston si sono esibiti cantautori o band provenienti da un po’ tutto il Piemonte. Il tutto in un clima caldo e familiare, con tanto di presentatore (l’improbabile e magnifico Pietro Fiocco), vallette e soprattutto un’orchestra eccezionale, in grado di interpretare i diversi umori degli artisti in gara in modo a dir poco eccellente.
Giunti quest’anno alla 5ª edizione, i creatori di “Sanrito” (capitanati dal Direttore Artistico, Michele Dimiccoli) hanno preso la decisione drastica di abbandonare il clima protetto e un po’ folle del Condorito e spostare l’evento a Cuneo, nel nuovissimo Auditorium Foro Boario.
Il cambiamento però è riuscito. Il clima è ovviamente cambiato, ma il palcoscenico, grande e pieno di luci, il vulcanico Fiocco, un profluvio di vallette e l’0rchestra in grande spolvero (11 musicisti diretti da Maurizio Guzzi) erano davvero spettacolari.
Dieci i concorrenti, alcuni più interessanti, alcuni meno, com’è naturale. Alla fine la giuria di giornalisti e addetti ai lavori ha decretato i vincitori, tutti e tre torinesi, senza polemiche sul mancato coinvolgimento del popolo sovrano. Al 3° posto Vea, già vincitrice nel 2017, questa volta con un brano suggestivo e visionario, “Il cielo di Colapesce”. Al 2° Andrea Ciuchetti, con “I tre desideri”, bizzarra reinterpretazione della storia di Aladino. Vincitore un veterano di “Sanrito”, Beppe Puso, autore di canzoni e performance che sono quasi dei mini-spettacoli teatrali, feroci e surreali: ascoltando la sua canzone “Tutto e niente” sembrava di sentire una sorta di Fred Buscaglione finito per sbaglio in una festa di mariachi.
Tra l’altro, nella serata finale del 9 febbraio, il folto pubblico presente ha potuto godersi – in attesa del responso della giuria – l’esibizione di tutti i vincitori delle edizioni precedenti, compreso Mano Manita che ha riproposto “Due domande (Ritmo ignorante)” con cui il cantautore di Montà vinse nel 2016. Ascoltare dal vivo quel pezzo, tanto danzereccio e euforico quanto drammatico e cinico, è sempre fonte di grandi emozioni.