Melle – Cordoglio in valle Varaita per la scomparsa di Clementino Botta: aveva 98 anni ed era un reduce della battaglia di El Alamein. Raccontava sorridendo: “Ero un bravo pescatore, vendevo le trote a “Nota d’la Curuna grosa”, una grande cuoca: me le pagava bene, a mille lire il chilo, quando un operaio guadagnava 700 lire al giorno. Un giorno ho pescato sette chili di trote!”.
Era partito soldato a febbraio del 1939 e un giorno aveva incontrato il “re cit”: “Non era un bell’uomo, l’ho visto a pochi metri di distanza, quando eravamo pronti per partire per la Russia. Ci hanno dato i viveri per sette giorni di viaggio, siamo partiti per il Brennero, ma poi ci hanno fatto andare a Roma”. Nel luglio 1942, la partenza per l’Africa: “Siamo partiti con l’aereo per l’Egitto, da Lecce. Sull’aereo eravamo una trentina, ma si è incendiato uno dei tre motori dell’aereo: siamo tornati indietro, ci siamo salvati, ma ho avuto paura”. El Alamein: “La battaglia è durata dal 23 di ottobre al 6 novembre 942. Faceva spavento, la terra tremava per i bombardamenti, sembrava di essere all’inferno! Da una parte gli italiani e i tedeschi, dall’altra gli inglesi e le truppe di colore alleate. Io facevo il porta ordini e mi muovevo con una Topolino e con una moto inglese. Il 6 novembre sono stato fatto prigioniero, ero in moto fra le dune di sabbia! Sono stato portato in un campo di concentramento vicino a Suez, eravamo 12 mila italiani prigionieri”. Clementino Botta lascia i figli Lucia con marito Paolo e Dario con la moglie Amelia, i nipoti, i parenti e tanti amici. I suoi funerali oggi pomeriggio, mercoledì 20 febbraio, alle ore 15, nella parrocchiale di Melle (con partenza alle 14 dalla Casa di riposo a Costigliole). Poi la sua salma sarà tumulata a Brossasco.