Cuneo – Anche i rappresentati del mondo laicale, delle associazioni, delle parrocchie e degli uffici pastorali si sono espressi a favore della proposta di accorpamento della diocesi di Cuneo e di Fossano. I membri del Consiglio pastorale nella serata di ieri (venerdì 15 febbraio) nei locali del Seminario vescovile di Cuneo hanno discusso dell’iniziativa in un clima di grande serenità, come era già stato per il sì che era arrivato dai sacerdoti e i diaconi di entrambe le diocesi nella riunione di martedì 12 febbraio a Centallo (clicca qui).
Il confronto si è svolto sulla scia delle esortazioni del vescovo Delbosco: “L’accorpamento è un segno profetico, un’opportunità per essere Chiesa oggi e per unire le forze verso lo stesso obiettivo”. Su queste parole i rappresentati della Chiesa locale hanno discusso sulle resistenze, sulle opportunità e sulle strategie che potrebbero aiutare a ripensare l’immagine della Chiesa di Cuneo e di Fossano.
Il vescovo Delbosco ha espresso la necessità di essere d’accordo per incominciare il cammino che papa Francesco aveva caldeggiato durante l’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana il 21 maggio scorso. Il papa chiedeva alle piccole diocesi un confronto in vista di un accorpamento. Mons. Delbosco ha sottolineato che non si parla di unificazione che rimanda alla burocrazia, invece di accorpamento che significa che “ognuno porta le proprie ricchezze”. Per prima cosa, ha continuano il vescovo, dopo 20 anni che si parla di accorpamento vanno riconosciuti i passi già fatti: il Consiglio pastorale diocesano unito tra Cuneo e Fossano, le collaborazioni tra gli uffici e lo scambio di sacerdoti. Ora l’attenzione deve essere rivolta all’epoca e alle pratiche che cambiano. “La chiesa di oggi – continua il vescovo – non è quella degli anni 60. Certe pratiche hanno fatto il loro tempo, c’è bisogno di ripensare all’immagine di Chiesa”.
Per fare questo lavoro durante la serata sono intervenuti attraverso un video Fabrizio Carletti e Stefano Bucci dell’Associazione Creativ, facendo capire che i passi non riguardano prima di tutto “che cosa fare”, quanto l’immagine di Chiesa che si vuole trasmettere. Una volta chiariti gli obiettivi si pensa al processo di cambiamento.
A questo punto le consultazioni del vescovo sono concluse e a fine mese si avvierà la calendarizzazione dei passi da fare insieme al consiglio episcopale. Il tempo preventivato per portare a termine l’accorpamento è di tre anni.