Cuneo – “Le elezioni europee sono come quelle del ’48, definiscono se noi rimaniamo in Occidente tra le democrazie o no. L’abbiamo detto tante volte ma questa volta è vero. Il problema non è Salvini. Il problema è che c’è tanta gente che è pronta a barattare la democrazia per una ipotetica sicurezza”.
Carlo Calenda, ex ministro dello sviluppo economico del governo Gentiloni, ha le idee chiare a Cuneo nella sale della musica di piazza Foro Boario venerdì sera. Nell’incontro organizzato dal think tank Combinarelementi sono 400 i cuneesi presenti, alcuni sono rimasti fuori, che sono venuti ad ascoltare Calenda. Dopo un excursus storico dell’Occidente degli ultimi trent’anni arriva all’oggi con la sua posizione sull’Europa e contro i sovranismi, presentando l’appello “Siamo Europei” che ha raccolto in poche settimane oltre 150.000 firme.
“Ci vuole una grande mobilitazione popolare dal basso: in gioco ci sono tre generazioni di italiani che hanno combattutto per l’Europa, che noi siamo chiamati a difendere. L’Europa che noi vogliamo è l’Europa delle istituzioni. Macron e Merkel che si trovano in due e vogliono prendere le decisioni per tutti sono simbolo di debolezza prima loro e poi dell’Europa. Questa non è la nostra Europa”.