Cuneo – L’appuntamento è oggi venrrdì 15 febbraio alle ore 17 in Provincia. Unico ordine del giorno: discutere su una vera e propria pianificazione di iniziative di protesta contro il Governo e il ministro Toninelli per chiedere il completamento dell’autostrada Asti- Cuneo.
Il presidente dlela Provincia Federico Borgna ha convocato oggi tutti i sindaci della Granda, i rappresentanti delle associazioni di categoria, i sindacati e i parlamentari cuneesi per essere tutti insieme e per arrivare non solo a promesse e garanzie mai mantenute ma alla conclusione dei 9,5 km di autostrada Asti-Cuneo che mancano tra Roddi e Cherasco.
Ma le proteste non si fermeranno lì: martedì 26 febbraio si terrà una manifestazione di tutta la provincia a Cherasco, mentre dal mese successivo, dal 26 marzo inizierà un “presidio permanente” sotto la Prefettura di Cuneo che, dopo un mese, si sposterà direttamente a Roma sotto la sede del ministero delle infrastrutture di Toninelli. Dal 26 settembre 2018 quando il ministro delle infrastrutture Toninelli, inutilmente invitato sul territorio per vedere la situazione di persona, incontrò a Roma una delegazione cuneese spiegando che non ci sarebbero stati intoppi per concludere l’autostrada. Dal mese successivo di ottobre il 26 di ogni mese il presidente Borgna scrive al ministro per sollecitare una soluzione. Ma né Borgna né il territorio hanno ottenuto risposte sull’Asti-Cuneo neppure dopo la protesta davanti alla Prefettura dello scorso 16 novembre con la consegna di un documento al prefetto.
Dalla Provincia fanno sapere che “ogni mese di ritardo costa al sistema economico provinciale 10 milioni di euro, senza calcolare le conseguenze per la sicurezza della circolazione e la salvaguardia ambientale del territorio. Per concludere i 9,5 km mancanti al percorso autostradale è previsto un costo di circa 350 milioni. I soldi ci sono grazie al projet financing con Bruxelles e con i terreni per il primo tratto da Cherasco verso Alba (già espropriati) i cantieri potrebbero partire subito”.