È stato recuperato morto ieri mattina (lunedì 4 febbraio) in alta Valle Grana, il lupo avvelenato nel Vallone dell’Arma (Comune di Demonte) e rilasciato nella stessa zona dopo essere stato curato e dotato di un radiocollare Gps.
La sua libertà è durata appena una settimana: dalle coordinate ricavate dal collare Gps, incrociate con le osservazioni sul campo, sembrava che l’animale si fosse ricongiunto con il suo branco. Tutto lasciava quindi sperare in un epilogo migliore della sua avventura, quando il radiocollare ha iniziato a inviare segnali inequivocabili: il lupo era fermo sempre nello stesso punto. Da troppo tempo.
I guardiaparco delle Aree Protette Alpi Marittime e i Carabinieri Forestali sono intervenuti sul posto per il recupero dell’animale, individuato a lato della strada che sale al Santuario di Castelmagno. A un primo esame, la causa più probabile di morte è l’impatto con un veicolo. Dei 180 lupi trovati morti in Regione Piemonte dal 1998 ad aprile 2018, la grande maggioranza è rimasta vittima di incidenti con mezzi di trasporto (treni e automobili). I lupi investiti sono quelli più facili da individuare, lungo le strade o le ferrovie, ma è lecito supporre che siano molti, molti di più gli animali uccisi illegalmente (arma da fuoco, trappole, avvelenamento) di cui solo in pochissimi casi si riesce a recuperare la carcassa.
Dopo le nevicate capita spesso che i selvatici – prede e predatori – approfittino delle strade sgombere dalla neve per spostarsi più agevolmente, spesso finendo per rimanere intrappolati nella carreggiata, fra i muri di neve compatta ammucchiati ai lati dai mezzi.
L’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime ricorda “che si tratti di un lupo, di un capriolo, di un cinghiale o di qualsiasi altro animale ricordiamo che, oltre che essere vietato dalla legge, è anche stupido e crudele spaventare un selvatico costringendolo a correre a perdifiato solo per il gusto di avere un video o una foto da esibire come trofeo sui social. In caso di avvistamento, si raccomanda di rallentare o di fermarsi e di aspettare che l’animale trovi una via di fuga per allontanarsi, godendosi l’incontro senza trasformarlo in una sleale gara di velocità”.